
Il mercato dei videogame genera globalmente un indotto superiore ai 100 miliardi di dollari e seppur in flessione nel 2022 (dati Newzoo) si prevede che crescerà di 133 miliardi di dollari da qui al 2028, con un Cagr del 9,1%. L’industria coinvolge ogni giorno milioni di giocatori in tutto il mondo (1 miliardo di persone secondo Statista, con Cina, Corea del Sud e Giappone in cima). Solo negli Stati Uniti i gamer sono oltre 160 milioni (su una popolazione di 331 milioni) e spendono una media di 76 dollari al mese in giochi online, acquisti in-game, dlc, skin, costumi e altro ancora.
Secondo Norton, quasi la metà dei gamer americani ha subito un attacco informatico al proprio account o dispositivo di gioco. Di questi, più di tre su quattro (76%) hanno dichiarato di aver perso, dopo l’attacco, una cifra intorno ai 744 dollari. A loro si rivolge la nuova soluzione assicurativa pensata dall’insurtech Waffle e Blink, il marchio di assicurazioni digitali dedicato ai millennials di Chubb.
La polizza protegge i digital asset dei gamer dagli attacchi informatici. La copertura si estende oltre i giochi e fornisce diverse soluzioni di protezione: dal furto di identità e dalle frodi finanziarie informatiche alla violazione della privacy. “Da Zelda a Call of Duty, da Witcher a Fifa, in Waffle viviamo e respiriamo il gioco – ha dichiarato Quentin Coolen, ceo di Waffle – Come giocatori, conosciamo in prima persona l’emozione di esplorare nuovi mondi e ottenere vittorie epiche all’interno dei nostri giochi preferiti. Comprendiamo anche la sensazione straziante di perdere tutto in un istante a causa di un attacco informatico. Che si tratti della nostra collezione di giochi digitali o di preziosi acquisti in-game, questi sono più che semplici asset virtuali: rappresentano il tempo e gli sforzi che abbiamo investito nella nostra passione. Ecco perché abbiamo collaborato con Blink by Chubb per offrire protezione informatica personalizzata agli altri giocatori. Per consentire ai giocatori di giocare senza paura e proteggere ciò che conta di più per loro”.
Per Check Point Software sono diversi i motivi che spingono i criminali informatici a prendere di mira i gamer: dal vendere gli asset virtuali in cambio di denaro reale ad ottenere più informazioni possibili per furti di identità e frodi bancarie. Anche i gaming service provider finiscono nel mirino. A febbraio Micromega, con sede a Benevento, è stata colpita da un attacco informatico che ha obbligato l’azienda al “blocco, in via precauzionale, dei servizi esterni alla piattaforma”.
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