comunicazione sintattica, internet delle emozioni

L’evoluzione della comunicazione nell’era dell’internet delle emozioni.

Se faccio un gesto con l’intenzione di dare un ordine al mio cane significa che sto comunicando con lui utilizzando l’approccio semiotico, una disciplina che studia i segni, mentre comunicare scrivendo come sto facendo in questo momento significa utilizzare l’approccio sintattico, ossia l’utilizzo di un trasmettitore per raggiungere il destinatario.
In questo senso il web, è sicuramente il metodo sintattico che sta avendo sempre più successo per la quantità di destinatari che si possono raggiungere contemporaneamente.

Nell’approccio sintattico è molto importante il feedback, perché non si ha la possibilità di osservare il nostro interlocutore e percepire direttamente l’interesse al nostro messaggio e le emozioni che trasmette.
Il feedback consente all’emittente di verificare l’interesse del destinatario.
Alla base di questo è molto importante il trasmettitore utilizzato per comunicare e l’evoluzione dei social network sta confermando che il futuro della comunicazione è in questa direzione.

Il limite dell’approccio sintattico è il processo di interpretazione della comunicazione da parte del ricevente o destinatario per cui ad un preciso consiglio può seguire un’azione sbagliata, motivata dall’adattamento dell’informazione alla propria volontà: un aggiustamento personale dell’informazione oppure una errata comunicazione che offre differenti interpretazioni.

In questo senso, studi recenti, stanno approfondendo quello che è stato chiamato – internet delle emozioni – che ha come obiettivo quello di interpretare, mediante un sistema di algoritmi, i segnali fisiologici del corpo umano come l’espressione del volto, il tono della voce, il ritmo cardiaco, la sudorazione, ma anche il dilatarsi della pupilla per poi tradurli in emozioni, sentimenti e percezioni.

Apple, per esempio, ha acquisito Emotient, azienda leader nelle tecnologie di riconoscimento facciale.

Ovviamente, in molti pensano che questa evoluzione virtuale della comunicazione rivoluzionerà le nostre abitudini di acquisto, mentre altri considerano impossibile sostituire il consulente e il rapporto umano tra acquirente e venditore.

Certamente, come può un algoritmo decidere per noi, cosa è giusto e cosa non lo è, mediante degli stereotipi in un mondo dove bisogni e obiettivi sono sempre più personalizzati e come può un algoritmo decidere quale espressione del mio viso conferma l’interesse o disinteresse all’offerta, il tutto sempre nel rispetto della privacy, aspetto da non sottovalutare.

Sicuramente, il mondo non si ferma o torna indietro e il futuro digitale è adesso, quindi sarà questione di tempo e quello che oggi sembra impossibile diventerà realtà a breve ed anche il mondo della consulenza sarà coinvolto in questo cambiamento.

I latini dicevano: se vuoi la pace prepara la guerra. In questo senso, se vuoi combattere la rivoluzione digitale della comunicazione bisogna affinare un’altra tipologia di comunicazione ossia quella verbale, cerando in tutti i modi di emozionare il proprio interlocutore, così da guidarlo correttamente tra emozioni e obiettivi da raggiungere, ma di questo approccio chiamato pragmatico nel parleremo nei prossimi articoli.

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Michele Clementi

Michele Clementi, dopo circa 15 anni di consulenza finanziaria per Azimut, ha deciso di lasciare la vendita e si è dedicato interamente a quella che era fino a quel momento una passione: la formazione. Professore a contratto presso l’Università di Bologna Facoltà di Statistica e docente professionista per i principali istituti di credito dal 2004, per materie finanziarie, assicurative e comportamentali. https://www.percorsofinanza.it/