Rischi Cat NAt, 7 paesi emerfenti IDF

L’Insurance Development Forum (Idf), un paternariato pubblico-privato di assicuratori e organizzazioni internazionali e sostenuto dalla Banca Mondiale e dalle Nazioni Unite, ha previsto l’istituzione di un fondo infrastrutturale di centinaia di milioni di dollari per aiutare sette Paesi in via di sviluppo (Nepal, Bangladesh, Filippine, Zimbabwe, Repubblica Democratica del Congo, Senegal e Madagascar) ad adattarsi agli effetti del cambiamento climatico. Il fondo sosterrà lo sviluppo e l’attuazione di progetti infrastrutturali resilienti al clima, come sistemi di allarme rapido, difese contro le alluvioni e colture resistenti alla siccità.

Il fondo, nato in collaborazione con MapAction e Start Network, fornirà inoltre una copertura assicurativa per questi progetti, proteggendoli dalle perdite finanziarie causate da eventi legati al clima. Una parte significativa del lavoro intrapreso nella Fase 1 è stata l’erogazione di formazione grazie al sostegno di sette società associate, che sono Aon, Axa, Axis Capital, Milliman, Swiss Re Foundation, Wtw, Zurich. 

“Il sostegno all’azione preventiva e all’iniziativa di riduzione del rischio di catastrofi, per aiutare ad anticipare, preparare e rispondere alle emergenze umanitarie, è stata una delle prime azioni del programma di riduzione del rischio di catastrofi dell’IDF – ha dichiarato Michel M. Liès presidente dell’Insurance Development Forum e presidente di Zurich Insurance Group – La Fase 1 dell’iniziativa ha mostrato chiari vantaggi e ha sottolineato l’importanza di dati di alta qualità, un’efficace cura dei dati e lo sviluppo di competenze a livello locale per interpretare e visualizzare le informazioni geospaziali. Voglio ringraziare MapAction e Start Network, così come i partner locali, per il loro impegno e supporto in questa significativa implementazione della DRR. Abbattendo le barriere tecniche e di processo nella gestione delle informazioni geospaziali, MapAction e Start Network hanno aperto la strada a un processo decisionale umanitario più efficace nei paesi vulnerabili”. 

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Redazione

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