fenice, lula

In un mondo dove il successo imprenditoriale è spesso oscurato e frenato dalla paura del fallimento, la storia dell’insurtech Lula ci offre una prospettiva incoraggiante. Fondata nel 2020 dai gemelli Matthew e Michael Vega-Sanz, la startup nasce dalle ceneri del primo business lanciato dai due fratelli durante gli anni dell’università. Nello specifico la prima realtà guidata dai Vega-Sanz, denominata LulaRides, era nata con l’obiettivo di offrire un servizio agli studenti universitari che avevano la necessità di mettere a nolo i loro veicoli. La chiusura dei campus a causa della pandemia ha costretto i due fratelli a dover reinventare il loro business, ponendo così le basi per la nascita di Lula 2.0.
“LulaRides (alias Lula 1.0) era un’app che permetteva agli studenti universitari di noleggiare auto tra loro secondo il modello del car sharing — racconta a InsurZine il ceo e co-founder della startup Matthew Vega-Sanz — All’interno dell’applicazione venivano effettuati controlli su ogni guidatore per verificarne i requisiti necessari e la stessa auto da noleggiare. Inoltre, tutte le pratiche di noleggio e di assicurazione venivano tutte gestite in app. Con il nostro primo business siamo cresciuti fino a diventare la seconda app di car sharing più scaricata degli Stati Uniti, con iscritti al nostro servizio studenti provenienti da più di 500 campus in tutti i 50 Stati. Tuttavia, quando è scoppiata la pandemia da Covid-19 e i campus universitari hanno chiuso ci siamo visti costretti a cessare anche la nostra attività. Ma proprio nell’estate del 2020 siamo stati contattati da un grande gruppo che ci ha chiesto se fossimo disposti a concedere loro in licenza il nostro software assicurativo in modo che potessero utilizzarlo per la loro app di car sharing. Abbiamo risposto di sì e a quel punto abbiamo capito che altri potevano utilizzare la nostra infrastruttura assicurativa”.

La realtà di Lula 2.0

La resilienza dei due gemelli e del loro team ha permesso a questo gruppo di giovani di cogliere dal fallimento la possibilità di apprendere, crescere e rinascere. “Abbiamo scelto di tenere il nome Lula anche nella versione 2.0 della nostra startup — spiega — Oggi Lula è un’azienda che fornisce a chi acquista una polizza gli strumenti necessari per gestire i documenti e alle compagnie offre dei software per migliorare i flussi di lavoro assicurativo. Uno di questi strumenti si chiama LulaSafe e include diverse funzioni come la possibilità di effettuare lo screening dei clienti, la gestione dei contratti e il monitoraggio dei sinistri. Tutto questo è possibile grazie all’utilizzo delle nostre Api proprietarie”.
Attualmente la startup supporta i settori automobilistico e degli autotrasporti in diversi processi assicurativi: dalla gestione del rischio alla gestione dei sinistri, dall’amministrazione delle polizze all’accesso della copertura assicurativa. “Siamo passati da 90 a 5.000 clienti negli ultimi 18 mesi — afferma Matthew — Sicuramente ora vogliamo andare oltre al business motor e fleet per dimostrare che la nostra tecnologia può essere utilizzata orizzontalmente, non solo nel settore automobilistico. Tra gli obiettivi vi è anche l’aumento delle nostre collaborazioni attive con le compagnie. Ora stiamo già lavorando con diverse società statunitensi come State National e Great American e internazionali come Zurich”.

Matthew Vega-Sanz

Lula, un’insurtech che guarda al presente ma anche al futuro

Ad oggi Lula è autorizzata ad operare in tutto il territorio degli Stati Uniti, ma tra i goal da raggiungere Matthew Vega-Sanz nomina il vecchio continente. “Speriamo di lanciare un nuovo prodotto in Europa all’inizio del 2025 — dice — Nell’ultimo periodo oltre ad aver visto crescere il nostro capitale grazie ai diversi round di finanziamento abbiamo visto crescere il nostro portafoglio di clienti”.

In ultima battuta, ma non meno importante, vi è la visione sul futuro dell’innovazione assicurativa che ci fornisce Matthew. Secondo lui, a dispetto dei recenti numeri negativi, il prossimo domani dell’insurtech è roseo. “Molti pensano che lo stato dell’insurtech sia disperato e che questo trend si spegnerà. Sono stati investiti più di 50 miliardi di dollari nell’ultimo decennio e nonostante questo per ora non c’è un nome veramente famoso che rappresenta il mondo insurtech. Questo da fondatore di una startup mi entusiasma. Se ragioniamo in quest’ottica ricordiamoci che la storia economica ci insegna che il momento migliore per costruire un’azienda è dopo un crollo del mercato. La stessa Airbnb è stata costruita dopo il crollo del mercato immobiliare. Penso che l’insurtech generazionale sarà costruito proprio ora, dopo che la bolla è scoppiata”.

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Francesca Ghisi

Classe 1994, laureata in Giurisprudenza è esperta in Bancassurance e Diritto Comparato.