
Si è conclusa oggi la 23esima edizione del Convegno Annuale di Anra – associazione nazionale dei risk manager e responsabili assicurazioni aziendali. L’evento, dal titolo Sostenibilità sostenibile, la sfida per il Risk Management, si è svolto nei giorni 16 e 17 novembre presso Allianz MiCo – Milano Convention Centre e ha visto tra i principali argomenti trattati i criteri Esg – environmental, social, governance, declinati da diversi autorevoli osservatori con variegati punti di vista.
“Al giorno d’oggi, riprendendo la Critica della Ragion Pura di Kant, possiamo paragonare un’azienda a una colomba e la sostenibilità all’aria di cui ha bisogno per progredire ed essere competitiva, senza la quale sarebbe destinata all’immobilismo – ha dichiarato il presidente Anra Carlo Cosimi durante il proprio discorso di apertura – Quell’aria che la colomba vede come un fardello, ci ricorda Kant, le è necessaria per volare e senza di essa infatti non potrebbe alzarsi dal suolo. La sostenibilità, quindi, non dovrebbe essere più percepita come un freno ma un trampolino di lancio per il movimento e il progresso”.
“La sostenibilità è sempre meno oggetto di discussione: non c’è un “se”, ma solo un “come” – ha detto Salvatore Lampone (presidente del comitato tecnico scientifico di Anra) facendo eco a Cosmini – I temi Esg assumono priorità nell’agenda politica globale e, quindi, si genera una diffusa consapevolezza circa la loro centralità nell’assicurare la sostenibilità dei modelli di business”.
Esg, il futuro è già qui
Una priorità evidenziata anche dagli interventi che si sono succeduti durante la prima giornata e che hanno visto sul palco grandi nomi delle principali aziende industriali, enti di ricerca, istituzioni, compagnie di assicurazioni e brokers che hanno offerto al pubblico nuovi spunti di riflessione e confronto riguardo argomenti di ampio interesse generale.
Tra questi il vice presidente esecutivo di Ispi, Paolo Magri che ha focalizzato il proprio intervento sul concetto di un mondo nuovo da decifrare dove la competizione fra Cina e Stati Uniti e la contrapposizione con i Brics influisce direttamente sulla partita della sostenibilità. “Sappiamo infatti che la Cina è la principale produttrice di materiali eco-sostenibili: dalle componenti delle auto elettriche ai pannelli solari, la Cina rappresenta un tassello fondamentale delle filiere produttive – ha dichiarato Magri – Un fattore con cui dobbiamo scendere a patti senza proporci di rinunciare ai legami economici con Pechino ma applicando una nuova strategia che prevede una maggiore diversificazione degli approvvigionamenti, soprattutto di materie prime e minerali critici”.
La prima giornata dell’evento di Anra ha visto anche l’intervento di Mukadder Erdonmez (member of the executive board di Hdi Global). “L’aspetto regolatorio a livello dei singoli Paesi e delle regole internazionali diverrà dirimente su moti aspetti sensibili al tema Esg – ha detto Erdonmez – Di pari passo anche i criteri di underwriting delle compagnie diverranno restrittivi o premianti valutando se e come le aziende seguiranno in modo virtuoso processi di transizione”.
La seconda giornata
Gli incontri sono continuati nella seconda giornata, con Andrew MacFarlane, head of climate di Axa XL, che ha sottolineato come la sua compagnia stia adottando misure per garantire l’integrazione della strategia climatica in tutto il suo operare. “La transizione sarà guidata dalle innovazioni tecnologiche, dalle politiche governative e dal comportamento dei consumatori – ha affermato – L’assicurazione, in quanto fattore abilitante dell’attività economica, è sempre al centro di questi processi, uno strumento finanziario e operativo per supportare la transizione net-zero”.
Concetto ripreso da Lucia Silva, group chief sustainability officer di Generali. “Quando pensiamo al clima – ha affermato – spesso riconduciamo questo concetto soltanto all’ambiente, ma ci siamo dimenticati che il clima ha soprattutto un impatto sociale: il riscaldamento del pianeta colpirà soprattutto le persone più vulnerabili, con meno risorse da impiegare per proteggersi. È necessario farsi guidare dalla scienza per trovare le soluzioni più efficaci, anche a tutela delle generazioni future”.
Gender Diversity, leggeri miglioramenti
Ed è con il tema sociale, la componente S dei criteri Esg che si è chiusa la 23esima edizione del convegno Anra. Durante l’ultimo intervento in programma – Gender Diversity e Risk Management – è stata infatti presentata la nuova edizione del report omonimo Anra che fornisce una fotografia aggiornata dell’accesso alle pari opportunità nel mondo della gestione del rischio del nostro Paese. Il report, redatto da un gruppo di socie Anra, ha analizzato le risposte di 119 Risk Manager interni (il 65% composto da soci Anra) ed esterni all’associazione e rappresenta la nuova edizione del lavoro pubblicato nel 2017 sullo stesso tema. A sei anni dal primo documento, ha rilevato in linea generale un miglioramento della situazione in special modo all’interno dei team di Risk Management dove il tema della diversità viene percepito come un’opportunità di creazione di nuovi talenti e di valore aggiunto sia da un punto di vista di genere che di età, in quanto aumenta il numero di aziende che considera l’applicazione di nuovi programmi di sviluppo di talenti. La parità di genere, tuttavia, resta un obiettivo non ancora pienamente raggiunto. Sebbene, infatti, i risultati dell’indagine rilevino una equa distribuzione tra chi sostiene che il gender pay gap sia un tema attuale (40% circa) e chi invece lo ritiene superato (40% circa), infine, un’analisi approfondita mostra come i due opposti punti di vista emergano da generi diversi: l’80% dei rispondenti che ritiene il tema superato è uomo, contrariamente ai rispondenti che ritengono il tema persistente che sono per l’80% donna.
“Il gender gap è di fatto ancora un rischio e occorre non solo monitorarlo ma anche mitigarlo attraverso strategie e politiche attive all’interno delle aziende – ha commentato a margine della tavola rotonda una delle autrici del report e socia Anra, Carolina Benaglio – Enterprise Risk Manager e ceo, MYR Consulting -. Questo si lega anche ai temi Esg e a quella S ancora, a mio avviso, troppo sottovalutata”.
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