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Intelligenza artificiale, digitalizzazione, transizione eco-sostenibile sono le tematiche che stanno impattando in tutte le industrie comprese quella assicurativa e quella bancaria. Tali cambiamenti stanno riguardando modelli di business, processi e prodotti ma stanno anche facendo entrare nel mercato nuovi player. Questi sono alcuni degli argomenti trattati nel corso dell’evento Tomorrow Speaks organizzato da Crif e tenutosi ieri a Milano.

Ad aprire i lavori è stato il managing director finance Italy della società Marco Colombo, che nel suo intervento ha parlato del cambiamento epocale che il sistema finanziario e assicurativo stanno attraversando. “Il settore finanziario ha piena consapevolezza del percorso di innovazione che ha intrapreso in questi ultimi dieci anni – ha raccontato – Le aree dove sono avvenute sin qui le trasformazioni più profonde sono diverse. Si va dai pagamenti digitali al rafforzamento del sistema finanziario e assicurativo tramite consolidamento e de-risking e si arriva all’evoluzione e stimolo delle fintech. In altri comparti, quali ad esempio il wealth management, credito al consumo e il settore danni assicurativi, i cambiamenti ci sono stati anche se non pienamente percepiti dai clienti finali. Nell’attuale contesto economico in evoluzione, sarà interessante guardare dove e quanto investiranno, e di conseguenza innoveranno, le banche, le società finanziarie e le assicurazioni per supportare e rispondere sempre meglio alle esigenze di famiglie e imprese. Stiamo varcando la soglia di una nuova fase nell’innovazione finanziaria, quella unlimited, ovvero un’era caratterizzata da responsabilità e opportunità. Dobbiamo essere pronti a condurre il settore verso un futuro in cui l’innovazione, la sostenibilità e la collaborazione saranno ancor di più i fondamenti del sistema finanziario”.

Colombo ha poi fatto un focus sul mercato assicurativo. Secondo il manager di Crif nel mercato assicurativo, nonostante i numeri sembrino stabili, ci sono stati cambiamenti profondi. “Le opportunità di crescita dei rami non auto rimangono, ma l’innovazione e la tecnologia sono cruciali. L’evoluzione del mercato vede anche l’emergere di nuovi rischi come il cyber risk e il cambiamento climatico. L’Esg è centrale, con un focus su analisi e dati concreti. La collaborazione tra fintech ed insurtech e istituzioni tradizionali è fondamentale, così come l’approccio innovativo e la creazione di valore reale”.

Cambiamento climatico e salute al centro

I principali trend sui quali il settore assicurativo si dovrà concentrare nei prossimi anni saranno il rischio climatico e l’emergenza sanitaria. Così Umberto Guidoni, co-direttore generale di Ania e segretario generale della Fondazione Ania, ha esordito nel suo intervento durante l’evento Tomorrow Speaks di Crif. “Tra i temi principali del mondo insurance oggi non vi sono solo il cambiamento climatico e la salute, ma anche l’urgenza di formare partenariati tra settore pubblico e privato per affrontare le sfide del futuro e garantire risarcimenti veloci – ha spiegato – Sul fronte della salute, è cruciale integrare il servizio sanitario pubblico con soluzioni private, soprattutto per le cure a lungo termine legate all’invecchiamento. L’innovazione assicurativa tocca questi rami, ma anche molti altri come quello del mondo agricolo. Oggi sono sempre più utilizzate le polizze parametriche nell’agricoltura. Dobbiamo anche focalizzare la nostra attenzione sull’intelligenza artificiale generativa, la quale potrebbe portare a nuovi modelli di lavoro e anche a nuovi prodotti assicurativi. Infine, non scordiamo le Pmi che sono ancora oggi sotto assicurate. In questo contesto il mondo insurance potrebbe diventare un indicatore di stabilità finanziaria per queste realtà imprenditoriali nei confronti delle banche, promuovendo la protezione assicurativa come garanzia di maggiore stabilità e sicurezza”.

A concordare con Guidoni è stato il vicedirettore generale vicario dell’Abi Gianfranco Torriero che nel suo intervento ha parlato del futuro della bancassurance. “Il modello di bancassicurazione oggi è efficiente per il risparmio e tutto questo potrebbe evolversi verso una maggiore capacità di sensibilizzazione del cliente per quanto riguarda i prodotti danni – ha illustrato – Spero che oltre alle banche che offrono coperture, le assicurazioni inizino a offrire più servizi creditizi, contribuendo a sostenere gli investimenti. Le garanzie di pagamento potrebbero essere una porta d’ingresso verso questo nuovo modello. Gli istituti di credito oggi stanno riducendo la loro offerta di credito, garantendo un maggiore spazio ad altri enti come le compagnie. Esiste già una collaborazione tra banche e assicurazioni nel ramo vita, ma vi è un ampio potenziale nel settore dei danni e in particolare per quanto concerne i rischi climatici. Con una regolamentazione adeguata, potremmo colmare il divario della sottoassicurazione, soprattutto per le nostre imprese, e proteggerci efficacemente da questi rischi in costante aumento”.

L’arte assicurativa nell’era digitale

Ad animare la seconda parte dell’evento di Crif è stata la tavola rotonda “Insurance innovation: l’arte assicurativa nell’era digitale” che ha visto la partecipazione di Pierre Cordier (ceo di Groupama); Luca Filippone (direttore generale di Reale Mutua); Massimo Monacelli (general manager di Generali Italia) ed Enrico San Pietro (insurance general manager del Gruppo Unipol).

Il primo a prendere la parola è stato San Pietro il quale ha ribadito come l’innovazione tecnologica migliora la qualità dell’offerta assicurativa aggiungendo poi che il mercato assicurativo italiano per quanto riguarda la parte danni è il più concentrato d’Europa. “Nel nostro Paese abbiamo assistito negli ultimi anni a grandi innovazioni in particolare nel Danni – spiega – alcune delle quali non sono visibili. Tutto il lavoro svolto per acquistare più dati e per utilizzarli poi per migliorare l’offerta lato utente è stato importante. Oggi l’innovazione è un elemento chiave per rimanere competitivi. Il nostro settore ha dimostrato negli ultimi tempi di essere fondamentale in casi di particolare emergenza”.

A seguire è stato Monacelli a raccontare come Generali vive il tema dell’innovazione assicurativa. “Generali ha intrapreso una profonda trasformazione nel modo di operare. Abbiamo iniziato con l’assessment e la valorizzazione dei nostri agenti tradizionali: questo è stato possibile grazie all’utilizzo di alcuni strumenti tech a nostra disposizione per migliorare il finanziamento e l’operatività. Un altro aspetto cruciale è la nostra capacità di pricing e sottoscrizione. Fino a poco tempo fa, i nostri assuntori raccoglievano manualmente dati per le valutazioni. Ora, con la tecnologia, raccogliamo dieci volte più dati in modo automatico, permettendo una valutazione più precisa del rischio. Presto, il sistema automatizzerà ulteriormente questo processo, migliorando l’efficienza e la coerenza delle nostre decisioni e potenziando la qualità del servizio offerto al cliente”.

Anche Reale Mutua è molto attiva sul fronte digitalizzazione. “Credo fermamente che il modello distributivo tradizionale, basato prevalentemente su reti fisiche, possa essere arricchito e potenziato con l’integrazione della tecnologia – ha illustrato Filippone – Non vedo una sostituzione completa, ma un potenziamento e affiancamento per rendere il modello ancora più forte. Anche se non sono un grande fan dell’approccio tradizionale, i dati dimostrano che non c’è stata una rivoluzione radicale nella distribuzione, soprattutto nel nostro Paese. Guardando le quote di mercato degli ultimi dieci anni, non vedo grandi cambiamenti, con gli agenti che si attestano al 14-15%. Anche se il canale diretto ha mostrato una crescita limitata, è evidente l’importanza di utilizzare piattaforme efficienti per supportare gli agenti e subagenti nel mercato italiano.”

In un’ottica di cambiamento dei needs e del target clienti Filippone fa un ulteriore approfondimento sull’utilizzo dell’innovazione tech da parte di Reale Mutua. “In un’epoca high-tech, come compagnia riconosciamo l’importanza di integrare il digitale in una relazione dove le persone in Italia cercano consulenza, professionalità e relazione – dice – Durante il periodo Covid, il canale tradizionale ha dimostrato la sua resilienza mantenendo la relazione con i clienti. Crediamo fortemente nella centralità di questa relazione e stiamo lavorando su un progetto di ‘agenzia del futuro’ che integra la tecnologia per potenziare la consulenza. Parallelamente, stiamo sviluppando portali digitali in risposta all’evoluzione del mercato. Dobbiamo continuamente adattare i nostri modelli e approcci in base ai dati e alle tendenze del mercato.”

A chiudere i lavori è stato Cordier il quale ha sottolineato l’importanza di accogliere positivamente l’innovazione senza dimenticarsi l’importanza del lavoro dell’intermediario. “La nostra industria si sta spostando verso la ricerca di elementi di distinzione e di personalizzazione dei portafogli – afferma – Quindi grazie anche alla tecnologia noi assicuratori possiamo avere dei modelli sempre più raffinati. Il cliente deve capire il prodotto, ma soprattutto devono comprenderlo l’agente, l’intermediario. La tecnologia è una grande risorsa ma il ruolo dell’uomo è ancora fondamentale”.

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Francesca Ghisi

Classe 1994, laureata in Giurisprudenza è esperta in Bancassurance e Diritto Comparato.