assicurazioni welfare

Le persone sono sempre più disposte a cambiare lavoro per raggiungere una maggiore soddisfazione personale, economica e lavorativa. Questo rende necessario per le aziende, che vogliono essere competitive sul mercato, investire in piani di wellbeing capaci di aumentare il livello di benessere del personale, dare maggiore solidità economica, rafforzare il senso d’appartenenza all’azienda e la collaborazione tra colleghi, costruendo un nuovo rapporto di fiducia con i propri dipendenti. Questo è quanto emerge dalla terza edizione del report Benefits and Trends Italia di Aon Italia. L’indagine è stata condotta su un campione di 5.000 aziende, internazionali e Pmi e sarà presentata il 4 ottobre in occasione dell’ultimo appuntamento dei Wellbeing Days organizzati dalla società.

Gli italiani cercano il work-life balance

Realizzata dalla divisione Health & Benefits di Aon Italia, lo studio ha osservato i cambiamenti del mondo del lavoro e ha fornito le soluzioni che hanno l’obiettivo di “aumentare i livelli di benessere delle popolazioni aziendali, la ricerca analizza come i datori di lavoro stiano rispondendo alle nuove esigenze dei lavoratori, attraverso politiche aziendali di benefit e people management in tema di wellbeing, welfare, previdenza e coperture assicurative”.

La ricerca ha evidenziato come grandi eventi socio-culturali come i conflitti internazionali, l’inflazione, gli strascichi della pandemia e l’iper-digitalizzazione stanno modificando la visione tradizionale del lavoro, avendo un impatto sulle priorità dei lavoratori – soprattutto quelli più giovani – che oggi ricercano dalla propria occupazione maggiore flessibilità, crescente autonomia e un miglior equilibrio tra vita privata e professionale. Le persone risultano, infatti, sempre più “disposte a cambiare lavoro per raggiungere una maggiore soddisfazione personale, economica e lavorativa rendendo necessario, per le aziende che vogliono essere competitive sul mercato, investire in piani di Wellbeing”.

Secondo i risultati del report, il 79% delle organizzazioni ha confermato di avere una strategia di welfare o di avere intenzione di implementarla, mentre il 50% degli intervistati ha riscontrato un ritorno positivo in termini di attrattività di talenti, motivazione, engagement e attaccamento all’azienda. In particolare, i servizi più presenti volti a implementare il supporto economico e a migliorare il cosiddetto work-life balance risultano essere il Caf in ufficio (14%), la palestra aziendale o la possibilità di avere in sede attività di wellness (10%) e il carpooling aziendale (8%).

“Parlare di performance aziendali oggi vuol dire parlare di benessere in ogni sua dimensione: psico-fisica, sociale, professionale e finanziaria. Il Wellbeing è ormai un prerequisito per operare sul mercato – ha dichiarato Luca Morandi, ceo di Aon Advisory & Solutions – Le aziende che investono in soluzioni personalizzate e tecnologie innovative per il benessere del proprio personale generano un impatto positivo non solo sulla propria forza lavoro, ma anche sul business e sulla società più in generale. In questo senso, stiamo assistendo a un profondo cambiamento della cultura del lavoro dove competitività ed efficienza non sono più il risultato del profitto, ma di una crescente attenzione al benessere”.

Le altre evidenze emerse

Secondo l’86% dei rispondenti al sondaggio svolto dagli esperti di Aon ha affermato che le aspettative dei dipendenti in ambito welfare sono cambiate e l’85% è d’accordo che il datore di lavoro sia responsabile della salute e benessere dei lavoratori, e possa influenzarne i comportamenti.

Inoltre, il 59% delle organizzazioni intervistate le polizze assicurative più attivate sono quelle relative al rimborso spese mediche, particolarmente scelte dalle aziende dei settori Assicurativo e Bancario, Chimico e Farmaceutico e Industria/Manufacturing. Seguono le polizze sugli infortuni professionali ed extra-professionali. Ciò rispecchia il bisogno di offrire un sostegno in tema salute ai dipendenti e alle loro famiglie da parte delle aziende, in funzione sussidiaria rispetto al Welfare State.

Il 76% delle aziende intervistate ha affermato di aver “già attivo un piano di Flexible Benefits o intende implementarlo. Un dato che è cresciuto dall’emergenza Covid-19 e che dimostra come sia aumentata la consapevolezza dei vantaggi sociali e fiscali che questo servizio porta ad aziende e dipendenti, con l’aumento del potere d’acquisto come conseguenza dell’eliminazione del cuneo fiscale, e il miglioramento della conciliazione vita-lavoro che deriva dai servizi previsti dalla normativa welfare”.

Infine, il 91% dei rispondenti ha ritenuto importante che vengano sviluppate nuove iniziative di Welfare per i giovani, e il 75% sostiene che le soluzioni offerte dalla propria azienda aderiscano alle istanze di tutte le generazioni presenti. In particolare, per le nuove generazioni, le aziende investono in iniziative dedicate principalmente alla promozione della prevenzione (57%), al supporto alla genitorialità (41%) e alla tutela del work-life balance (41%), della mental health e del supporto psicologico (39%).

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Redazione Insurzine

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