
L’economia delle piattaforme sta vivendo il suo momento d’oro. Lo dicono i numeri. In Europa, calcola il Consiglio Europeo, questo mercato ha visto le sue entrate quasi quintuplicarsi in appena quattro anni: dai 3 miliardi di euro nel 2016 si è passati ai 14 miliardi nel 2020. A livello globale, stima Accenture, la platform economy vale oggi sui 492 miliardi di dollari e dovrebbe raggiungere la ragguardevole cifra di 1,2 trilioni di dollari entro il 2025. Attualmente in Europa le piattaforme di lavoro digitali rappresentano una fonte di reddito per 28 milioni di individui. I cinque paesi Ue con maggiori proventi delle persone che lavorano mediante queste piattaforme sono Germania (1 miliardo di euro), Francia (700 milioni), Paesi Bassi (400 milioni), Spagna (400 milioni) e a sorpresa la piccola l’Estonia (200 milioni). Non deve stupire quindi se proprio nel paese baltico sia nata Cachet, insurtech che si rivolge principalmente ai gig workers.
Servizi personalizzati ed equi
La società è nata nel 2018 a Tallinn ed è stata fondata da Hedi Mardisoo e Kalle Palling con l’obiettivo di rendere i servizi finanziari più equi per i lavoratori gig e le persone che operano tramite piattaforme digitali. Il brand name riflette molto bene la vision a lungo termine che si è data l’azienda. A confermarlo ad Insurzine è proprio una delle sue fondatrici e ceo, Hedi Mardisoo: “Cachet incarna il concetto di fornire un timbro di approvazione/verifica per consentire alle persone di condividere i propri dati personali e ricevere servizi più personalizzati ed equi”.
L’insurtech offre, infatti, prodotti assicurativi flessibili appositamente progettati per i lavoratori gig e le piattaforme di sharing economy. “Il nostro approccio – spiega Mardisoo – prevede lo sfruttamento di tecnologie all’avanguardia per aggregare dati comportamentali rilevanti, che vengono poi trasformati in modelli di dati personalizzati per i lavoratori della piattaforma, consentendoci di fornire loro opzioni assicurative più personalizzate ed eque”.
Cachet lo human touch
L’innovazione chiave che contraddistingue Cachet nel settore assicurativo è proprio la loro incessante attenzione all’aspetto “umano”: il cosiddetto human touch. “Riconosciamo che ogni lavoratore gig opera con modelli di lavoro unici e, pertanto, soluzioni assicurative valide per tutti non sono più soddisfacenti – afferma Mardisoo – Il nostro obiettivo è trasformare l’assicurazione in un dialogo piuttosto che in un mero monologo tra azienda e cliente supportato dalle statistiche. Aiutando le persone a comprendere e mitigare i propri rischi, soprattutto nel mondo del lavoro su piattaforma, stiamo ridefinendo l’esperienza assicurativa”.
La società si rivolge sia al mercato b2c che a quello b2b(2c). In pochi anni ha raggiunto collettivamente decine di migliaia di clienti diretti e indiretti. “Le risposte delle aziende alla nostra soluzione innovativa variano a seconda della loro maturità e apertura all’esplorazione di nuovi paradigmi. Ma generalmente è positivo. Siamo orgogliosi di avere più di 15 partner assicurativi che hanno abbracciato la nostra visione e il nostro approccio all’assicurazione” dice Mardisoo.

Prossima fermata Italia?
Cachet dispone di una licenza di broker Ue, che le consente di operare nella maggior parte dei mercati europei. “Attualmente, il nostro obiettivo principale è espandere le nostre vendite e i nostri servizi in tutta Europa, raggiungendo un pubblico più ampio con le nostre offerte assicurative uniche – racconta Mardisoo – Stiamo infatti esplorando la possibilità di espandere i nostri servizi anche in Italia. La vivace cultura della micromobilità nel vostro Paese ha attirato la nostra attenzione e crediamo che le nostre soluzioni assicurative su misura possano apportare benefici alla comunità locale”. Per raggiungere questo scopo, la società farà affidamento sui 5,5 milioni di euro raccolti recentemente in un round di finanziamento guidato da Truffle Capital con la partecipazione di Uniqa Ventures e dell’investitore esistente Icebreaker.vc.
Oltre al futuro della sua azienda, Mardisoo ha uno sguardo ottimista anche circa le prospettive del mercato in cui opera. “Per quanto riguarda lo stato e il futuro dell’insurtech, ci troviamo a un punto di svolta entusiasmante. Le lezioni apprese dalle prime ondate di insurtech sono state preziose e osserviamo un passaggio da servizi incentrati sul cliente definiti dall’azienda a servizi realmente incentrati sull’uomo all’interno del settore assicurativo, grazie in parte all’EU Data Act e ai progressi nella tecnologia AI. Come insurtech, ci impegniamo a sfidare e sconvolgere lo status quo per promuovere un cambiamento positivo nel panorama assicurativo”.
Seguici sui nostri canali social: Facebook e Twitter
Leggi tutte le nostre notizie cliccando QUI