
Le tecniche di automated hardening (tecniche di rafforzamento automatizzato ndr.) tutelano al meglio le imprese da possibili attacchi informatici rispetto a qualsiasi altro tipo di sistema. A rivelarlo è il report realizzato dal Cyber risk analytics center di Marsh McLennan. L’indagine ha infatti evidenziato che le organizzazioni che utilizzano queste tecniche di cyber protection hanno quasi sei volte in meno la probabilità di subire un incidente informatico rispetto alle società che non le adottano.
Le evidenze emerse
Secondo lo studio Using data to prioritize cybersecurity investments l’autenticazione a più fattori, da tempo un punto fermo tra gli strumenti per la sicurezza informatica, funziona solo quando è presente per tutti i dati critici e sensibili, per tutti gli accessi remoti e per l’accesso all’account amministratore. Le società dotate di un’implementazione ampia hanno una probabilità 1,4 volte inferiore di subire un attacco informatico rispetto a quelle che non lo utilizzano.
L’indagine ha evidenziato che la correzione delle vulnerabilità ad alta gravità in tutta l’azienda entro sette giorni dal rilascio della patch rappresenta il quarto controllo più efficace, riducendo la probabilità di un’organizzazione di subire un evento informatico.
“Tutti i controlli chiave nel nostro studio sono best practice ben note, comunemente richieste dai sottoscrittori per ottenere un’assicurazione informatica – ha affermato Tom Reagan, Cyber Practice Leader per Stati Uniti e Canada di Marsh – Tuttavia, molte organizzazioni non sono sicure di quali controlli adottare e si affidano alle opinioni degli esperti piuttosto che ai dati per prendere decisioni. La nostra ricerca fornisce alle organizzazioni i dati di cui hanno bisogno per indirizzare in modo più efficace gli investimenti nella sicurezza informatica, il che, a sua volta, aiuta a posizionarle favorevolmente durante il processo di sottoscrizione di assicurazioni informatiche. È un altro passo verso la costruzione non solo di un mercato delle assicurazioni informatiche più resiliente, ma anche di un’economia più resiliente”.
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