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La pandemia da Covid-19 ha cambiato le abitudini dei cittadini italiani. Poi l’avvento dello smartworking e la spinta alla digitalizzazione hanno rivoluzionato il mondo del lavoro del Bel Paese. Tutto questo ha anche insegnato ai dipendenti nuovi ritmi e comportamenti. Tra quest’ultimi rientra anche la richiesta – sempre maggiore – ai datori di lavoro dei cosìddetti employee benefit. A ribadirlo è stata anche una recente indagine del Censis. La survey ha rivelato che oggi in Italia sono sempre di più le aziende che investono in welfare aziendale e per il 62,5% degli intervistati (responsabili delle risorse umane di società medio-grandi) il mondo dei benefit aziendali è “una priorità e lo sarà sempre di più”. 

Proprio per rispondere alla crescente domanda di queste soluzioni è sbarcata in Italia a febbraio 2022 la portoghese Coverflex. A raccontarci in esclusiva come opera la realtà è stata Chiara Bassi, country manager Italia della società. “Il mondo del lavoro ha subito dei cambiamenti radicali e sarebbe un errore continuare ad applicare un modello di welfare che funzionava nel mercato del lavoro di dieci o vent’anni fa – spiega – Il lavoratore non passa più la totalità del suo tempo in ufficio, ha nuove abitudini e routine e i servizi che fruisce sono totalmente diversi. Il concetto di benefit è mutato moltissimo passando da quello di status a quello di servizio, non un beneficio per apparire ma un reale valore aggiunto da utilizzare, per sé e per la propria famiglia, colmando la distanza tra un welfare solo concesso dall’azienda e quello realmente fruito dal dipendente”.

La piattaforma all-in-one di Coverflex

Fondata in Portogallo nel 2019, Coverflex ha sviluppato una piattaforma all-in-one che consente a qualsiasi azienda, di qualsiasi dimensione, di progettare, consolidare e personalizzare i propri pacchetti retributivi con buoni pasto, welfare, sconti, fondi, assicurazioni e altri benefit. “Nasciamo in risposta ai profondi cambiamenti avvenuti nel modo di lavorare e vivere, con l’obiettivo di dare più flessibilità ai dipendenti e alle aziende, puntando su una soluzione completamente digitale e di facile implementazione – dice Bassi – Coverflex è la soluzione per la gestione del welfare e di tutte le forme di retribuzione flessibile per i lavoratori. Per le aziende si tratta di una diminuzione della pressione fiscale, una gestione operativa facile e trasparente e un’unica soluzione per tutto il welfare, per il dipendente una massimizzazione delle entrate e un aumento del potere di spesa reale grazie alla facilità di utilizzo e ad una rete di accettazione reale su tutto il territorio italiano”.

“La nostra soluzione è un sistema operativo per il quale le aziende pagano una SaaS fee per ogni dipendente, unica e comprensiva di tutti i costi, per avere a disposizione la piattaforma e la card (Mastercard) con tutti i servizi – continua – Siamo per loro un unico provider con un costo ridotto, una tecnologia innovativa, trasparente e attivabile dall’azienda in autonomia con una semplice subscription in tempo reale. Per gli esercenti abbiamo voluto una soluzione totalmente sostenibile. Siamo infatti l’unico player sul mercato italiano che non trattiene fee di commissione sul transato (buoni pasto e servizi di welfare), aiutando gli esercenti e creando una rete reale di accettazione per gli utenti. In questo modo possiamo offrire ai dipendenti una vasta scelta di esercizi fisici e online dove spendere il proprio budget di welfare. Dalla ristorazione alla Gdo, retail e catene, oil & gas, e moltissimi servizi online, con grande attenzione alla salute fisica e mentale, all’intrattenimento, educazione e crescita personale.”

Coverflex: obiettivo Italia

A partire dal suo lancio nel 2021, la soluzione tech della società è già stata implementata in più di 3600 aziende e ha registrato una crescita del 400% su base annua. Attualmente, con 70.000 utenti attivi, che utilizzano Coverflex in media più di 8 volte al mese, l’azienda ha gestito più di 80 milioni di euro nei wallet a disposizione dei dipendenti dei propri clienti. Ora l’obiettivo è conquistare le aziende che operano nel Bel Paese.

“In Italia ci siamo affacciati da poche settimane sul mercato, con l’annuncio del round di finanziamento da 15 milioni guidato da Scor Ventures e con l’acquisizione di EatsReady, dopo aver lavorato nei mesi precedenti allo sviluppo del network – illustra Bassi – Nel mercato italiano vediamo un terreno fertile per la crescita di Coverflex oltre ad una mission più ampia di trasformazione ed educazione stessa del mercato. Considerando ad esempio i buoni pasto, oggi vengono utilizzati da poco più di 3 milioni di utenti contro un potenziale mercato ancora non toccato di 17 milioni di euro. Per non parlare del welfare. Molte aziende ancora non conoscono questo mondo, ma stanno realizzando che non possono più far affidamento sulle logiche tradizionali per attrarre e trattenere talenti e stanno chiedendoci – prima ancora del prodotto – un supporto consulenziale. Vogliamo inoltre creare una rete di accettazione ampia, offrendo agli esercenti una soluzione vantaggiosa e sostenibile e creare per loro un impatto positivo nell’economia reale”.

La vera anima di Coverflex è assicurativa

La vera anima di Coverflex è però quella assicurativa. A rivelarlo è ancora una volta la country manager della società. “Attualmente uno dei pilastri fondamentali in Portogallo di Coverflex è l’assicurazione. La piattaforma permette alle aziende di acquistare o integrare le loro attuali polizze nella piattaforma in un’esperienza al 100% digitale. Crediamo anche molto nell’opportunità rappresentata dall’avere nostri prodotti white label su assicurazioni vita e prodotti pensionistici come naturale evoluzione del nostro prodotto. Snellire e velocizzare le operazioni e svecchiare un’industria storicamente complicata e poco intuitiva è uno dei nostri obiettivi per poi avvicinarla agli altri servizi di welfare e rafforzare la cultura assicurativa tra i dipendenti”.

Chiara Bassi, country manager Italia di Coverflex

Questa soluzione al momento non è presente in Italia. “Non abbiamo ancora lanciato la parte di prodotto relativa all’assicurazione, ma in questa fase ci stiamo concentrando su tutte quelle partnership che possono aiutarci nell’implementazione veloce del network di esercenti, come i principali sistemi di monetica e di cassa (NCR, TCpos, Argentea, Tillby, Cassaincloud etc etc). In Portogallo invece Coverflex è un agente assicurativo autorizzato e lavoriamo con la stragrande maggioranza di compagnie assicurative, da quelle sanitarie (MEDIS, Multicare via Fidelidade, Advancecare via Tranquilidade) a player come Victoria, Allianz, Una, ASISA e Lusitania. Per quanto riguarda le assicurazioni dei lavoratori abbiamo, sempre in Portogallo, partnership con Tranquilidade, Fidelidade, Lusitania, AGEAS, Una, Zurich, Liberty, Allianz e Caravela”.

L’embedded insurance apre nuove vie

Secondo Bassi, l’embedded insurance, la cosidetta assicurazione integrata, potrebbe aprire nuove fette di mercato per le aziende non assicurative. “L’adozione dei servizi assicurativi digitali incorporati nella customer experience (embedded insurance) apre nuove frontiere per players non puramente finanziari ma di servizi più ampi – come noi per esempio – e per startup tecnologiche a supporto dell’integrazione. Molte interessanti startup con focus su verticali diversi si sono affacciate in un mercato che anche solo 5/10 anni fa era totalmente presieduto da player tradizionali, significativa sicuramente per l’intero settore la quotazione di Yolo. È solo un inizio, ma sicuramente un ottimo inizio

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Francesca Ghisi

Classe 1994, laureata in Giurisprudenza è esperta in Bancassurance e Diritto Comparato.