
Il nuovo anno non è iniziato nel migliore dei modi per il mondo del risk management. Dopo due anni di pandemia e un anno in cui i mercati hanno cercato di “essere resilienti”, ora, l’intero ecosistema della gestione del rischio si trova a confrontarsi con scenari che hanno fatto saltare processi consolidati. Usciamo infatti da un 2022 particolarmente complesso segnato da conflitti geopolitici, crisi economiche e sanitarie, attacchi cyber ed eventi metereologici estremi, e solo nei primi tre mesi del 2023 abbiamo constatato l’elevata volatilità dei mercati a seguito del crollo della Silicon Valley Bank e di Credit Suisse. Di come affrontare il futuro e i rischi emergenti in tempi di hard market si è discusso durante un evento organizzato da Anra insieme al Gruppo Lercari e Insurance Skills Jam – Il Convivio Assicurativo.
L’iniziativa è andata in scena il 22 marzo presso la sede di Fondazione Mansutti e ha visto la partecipazione di diversi esperti del settore. Al centro del dibattito le specialty lines e di come il mondo assicurativo risponde alla crescente richiesta di una copertura assicurativa mirata ai bisogni della singola azienda. Ad aprire e a moderare i lavori è stata Federica Maria Rita Livelli, board member di Anra, che ha ribadito l’importanza della figura del risk manager in un panorama così delicato. “Un momento di condivisione che ci porta a riflettere sempre più sull’importanza della conoscenza del contesto erratico in cui stiamo vivendo oltre a mettere un faro sull’individuazione dei rischi in continua evoluzione che implicano nuove modalità di trasferimento. Tra queste le specialty lines che possono assumere una valenza di protezione atta a soddisfare le esigenze di un’ampia platea di clienti”.
Cosa sono le specialty lines
Le specialty lines rappresentano un’espansione dei rami tradizionali relativamente recente. Si tratta infatti di un’evoluzione divenuta particolarmente evidente a partire dal 2018 nel panorama della cultura del rischio, la cui definizione ha subito un’ulteriore spinta a seguito degli eventi avversi che hanno caratterizzato l’ultimo triennio e che, di conseguenza, hanno portato allo sviluppo di nuove polizze assicurative. Le specialty lines costituiscono quindi una opportunità per le compagnie assicurative per aiutare le grandi, medie e piccole imprese nella gestione dei rischi emergenti, soprattutto in una situazione di hard market. “Ma è ancora molto il lavoro da fare perché non tutte le organizzazioni possono permettersi la stipula di questa tipologia di polizze – esordisce Orazio Rossi, segretario generale Insurance Skills Jam – Il Convivio Assicurativo e country president di Chubb in Italia – Siamo di fronte a nuove sfide: dal cambiamento di natura geopolitica alla sfida del cambiamento climatico, dal quadro delle nuove tecnologie che sta evolvendo all’inflazione. C’è molta preoccupazione per quello che riguarda i nuovi rischi”.
La wave del rischio cyber
Secondo il Rapporto Clusit 2023 nel solo 2022 nel nostro Paese è andato a segno il 7,6% degli attacchi globali. In questo contesto, le polizze cyber non dovrebbero più essere inserite nelle specialty lines, visto che gli attacchi informatici stanno diventando un rischio assai comune tra le imprese. “Il settore assicurativo più di qualunque altro ha attraversato veramente tanti cambiamenti epocali – prosegue Rossi – Oggi, la quarta grande wave della storia delle assicurazioni è il rischio informatico, che non sarà più una specialty lines. Cosa bisogna fare a riguardo? Partire dai rischi e non dalle polizze. In questo la collaborazione tra noi di Insurance Skills Jam con Anra ci aiuta molto. Ora la sfida è conquistare la piccola e media impresa italiana sul fronte rischi informatici. D&O e Cyber si stanno sviluppando, ma occorre diffondere anche la cultura del rischio relativo ai rischi cat nat e, con il ritorno delle trasferte di lavoro, anche quella relativa alle coperture specifiche per i viaggi di lavoro all’estero. Queste polizze rientrano anche loro nelle specialty lines”.
A concordare con Rossi sul fronte del rischio informatico è Marco Vincenzi, regional head of financial lines meda di Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS), che ricorda come anche secondo il Risk Barometer 2023 di Allianz il cyber è il rischio più temuto a livello globale. “Nel mondo delle financial lines i prodotti a catalogo sono moltissimi, a cominciare dalle D&O. Poi ci sono altre coperture di nicchia che vengono spesso richieste – spiega Vincenzi – Tra queste vi sono le E.P.L., le crime, quelle relative al rischio reputazione e infine il cyber che ormai non dovrebbe essere più inserita nella lista di polizze specialty lines. Oggi sono sempre di più le startup tecnologiche che prendono piede nel nostro Paese. Ecco che la copertura Hi-Tech deve avere molto più spazio nel nostro territorio, in un’ottica di rischio e non di vendita di polizze. Una copertura, quest’ultima, facilmente unibile ad una polizza cyber. Oggi, il risk manager gioca un ruolo sinergico tra i bisogni del cliente e l’offerta assicurativa di una compagnia”.
Il ruolo del risk manager e la customer centricity
In un mercato così complesso la soddisfazione delle esigenze dei clienti corporate, in particolar modo se si tratta di micro o piccola impresa, è fondamentale. Ecco che la figura del risk manager, ancora una volta, risulta cruciale. “Il mercato si sta muovendo in un’ottica di customer centricity e il risk manager deve far comprendere al cliente chiaramente tutti i rischi emergenti – dichiara Pierluigi Galuzzi, director of corporate revenues presso Mansutti – L’intermediario deve essere in possesso di competenze verticali e di una flessibilità che gli permettano di fornire al cliente una soluzione personalizzata a seguito di una valutazione ad hoc del rischio. Occorre quindi spiegare ad ogni singolo cliente perchè una determinata specialty lines è fondamentale per garantire continuità al suo business sulla base di un’analisi relativa al suo settore merceologico. Oggi un professionista deve essere in grado di interfacciassi con il piccolo imprenditore e deve possedere grande empatia, ma deve anche saper rapportarsi con le varie persone di un’organizzazione più complessa”.

I dati provenienti dai sinistri, una risorsa per i risk manager
I dati provenienti dal mondo dei sinistri sono cruciali per la costruzione di nuove coperture relative a una determinata specialty lines. A sostenerlo è Gian Luigi Lercari, amministratore delegato del Gruppo Lercari. “Quando una compagnia deve costruire un nuovo prodotto assicurativo che rientra nelle specialty lines non prende quasi mai in considerazione l’idea di far sedere al tavolo dei lavori degli esperti del settore sinistri – racconta Lercari – Occupandoci noi proprio di sinistri e facendo ecosistema con il settore potremmo portare valore all’utente finale, anche grazie alla nostra capacità di conformarci alle richieste dei clienti attraverso l’utilizzo delle ultime tecnologie. Nell’ambito dei rischi specialistici, a maggior ragione, serve il contributo di chi è esperto in sinistri e adotta un approccio di open innovation. Inoltre, avere una visione internazionale aiuta. La nostra rete, infatti, ci consente di essere sempre in grado di offrire alle imprese assicuratrici soluzioni adatte alle nuove esigenze di mercato”.
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