
Negli ultimi anni, l’Italia ha affrontato una serie di calamità naturali che hanno causato danni per miliardi di euro, senza dimenticare il carico di morte conseguente. Solo nel 2022 il nostro Paese ha registrato, secondo una ricerca Aon, 62 milioni di dollari di perdite economiche dovute ad incendi, tempeste di grandine ed alluvioni (in particolare nelle Marche e ad Ischia). Per contrastare soprattutto i fenomeni legati alle inondazioni, il nostro Paese ha adottato, con colpevole ritardo, diverse misure di prevenzione e protezione come, ad esempio, la costruzione di dighe, il ripristino delle aree umide e la pianificazione del territorio per evitare la costruzione di abitazioni e infrastrutture in aree a rischio. In questo contesto la tecnologia può rappresentare un vero e proprio alleato nel prevenire questi rischi. Una delle soluzioni più innovative in questo campo l’ha sviluppata la startup italiana SaferPlaces. Con sede a Rimini, la società ha ideato, con il supporto di EIT Climate-KIC ed ESA, la prima piattaforma SaaS di Flood Risk Intelligence.
Una soluzione utile per il settore assicurativo
La soluzione di SaferPlaces permette a pianificatori urbani, società immobiliari, pubblica amministrazione e compagnie di assicurazione e riassicurazione di effettuare simulazioni real-time sul rischio di alluvione a livello urbano. A raccontarci nel dettaglio cosa fa la startup è stato il suo ceo e co-founder Stefano Bagli.
“Quando, nel 2021, abbiamo iniziato a lavorare al progetto SaferPlaces, avevamo in testa una domanda. Le nostre città sono pronte per affrontare il prossimo evento climatico estremo? Purtroppo, le recenti catastrofiche alluvioni hanno evidenziato come sia necessario disporre di strumenti innovativi e conoscenze adeguate per affrontare questa tipologia di eventi, per salvare vite umane e per prevenire – in un secondo momento – le perdite economiche e progettare città più resilienti. Noi crediamo che la risposta alla domanda precedente stia nella disponibilità della Flood Risk Intelligence, ovvero la capacità di sfruttare dettagliate informazioni relative alla possibilità del verificarsi di un allagamento in una città, per poi essere in grado di distinguere il rischio edificio per edificio”.
Prevenire i rischi legati ai fenomeni estremi con la tecnologia
Secondo l’ultimo rapporto di Legambiente, nel solo 2022 l’Italia è stata colpita da 310 fenomeni estremi: il 55% in più rispetto all’anno precedente. Gli eventi climatici estremi sono sempre esistiti, ma mai con la frequenza e la gravità registrata negli ultimi anni. “Per questo occorre intervenire – continua Bagli – L’innovazione di SaferPlaces consiste nella capacità di fornire informazioni cruciali sul rischio di allagamento in breve tempo e a basso costo, per qualsiasi città del mondo, con risultati attendibili e ad alta risoluzione spaziale. La nostra startup si presenta sul mercato con una tecnologia innovativa che combina la creazione di un gemello digitale (digital twin) dell’ambiente urbano tramite dati geospaziali e satellitari, con algoritmi di intelligenza artificiale, il tutto integrato in una piattaforma che sfrutta la potenza di calcolo del cloud computing”.
SaferPlaces si rivolge a diversi tipi di utenti: chi si occupa di pianificazione urbana e progettazione di misure di mitigazione e adattamento nelle città, ma anche al settore assicurativo-finanziario, alle società multiservizi e alle Protezioni Civili.
In particolare, per il settore assicurativo SaferPlaces fornisce informazioni chiave sui tipi di pericoli a cui specifici beni e immobili possono essere esposti, le potenziali perdite che possono verificarsi e la probabilità che queste si verifichino, a supporto di soluzioni parametriche che possono contribuire a colmare le lacune delle coperture tradizionali.
SaferPlaces selezionata da Fin+Tech
A febbraio la società è stata selezionata da Fin+Tech, il programma di accelerazione dedicato alle startup che sviluppano soluzioni e servizi in ambito fintech e insurtech, parte della Rete Nazionale Acceleratori Cdp. Uno step importante per la crescita della realtà imprenditoriale. “Attraverso questo percorso SaferPlaces sta evolvendo con l’idea di fornire un servizio che si occupi non solo del rischio di inondazione, ma anche di altri rischi naturali e climatici importanti come quello sismico, d’incendio e tempeste di vento o rischi non naturali come la criminalità” afferma Bagli.
Al momento la società non ha nessuna partnership attiva con compagnie assicurative, ma sta lavorando in quella direzione. “Il percorso di accelerazione di Fin+Tech è stato particolarmente significativo perché ci ha permesso di far conoscere la nostra soluzione e allo stesso tempo conoscere meglio il mercato assicurativo e i suoi bisogni – continua – SaferPlaces è l’emblema di come l’innovazione spaziale, l’intelligenza artificiale e i Big Data possano aiutare il settore assicurativo ad affrontare una delle sfide più grandi: le catastrofi ambientali. SaferPlaces contribuisce direttamente all’innovazione digitale di cui ha bisogno il settore assicurativo, con una soluzione in grado di realizzare analisi predittive per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, mappare rischi legati a disastri ambientali e stipulare servizi e polizze adeguati”.
SaferPlaces oltre i confini nazionali
Ad oggi, la soluzione tech della realtà italiana è già attiva a livello globale. “È possibile ottenere informazioni sul rischio di inondazione per qualsiasi città del mondo – dichiara Bagli – I nostri prossimi obbiettivi sono di integrare la piattaforma con altri tipi di rischio, come menzionato precedentemente, e renderla disponibile per il mercato italiano, francese e spagnolo come punto di partenza”.

In merito al fenomeno insurtech Bagli afferma che il panorama assicurativo italiano deve trovare ancora una dimensione di maggiore consistenza. “L’insurtech nel nostro Paese dovrà muoversi sempre di più verso soluzioni innovative in grado di offrire servizi di prevenzione, non più semplici rimborsi dei danni subiti a causa di calamità ambientali, che si stanno intensificando con il cambiamento climatico. Infatti, anche secondo l’IIA (Italian Insurtech Association) nei prossimi anni i big player del mondo assicurativo dovranno investire almeno 400 milioni di euro per sviluppare nuove tecnologie in ambito space innovation, intelligenza artificiale e big data che aiuteranno a mappare rischi legati a disastri ambientali, per stimolare lo sviluppo del mercato e – chiosa – portare l’Italia al pari degli altri paesi europei”.
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