
Axa Italia ha annunciato i risultati consolidati del Gruppo al 31 dicembre 2022. La società ha registrato un utile netto di 327 milioni di euro, sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente (-0,4%). Sul fronte della raccolta premi – si legge in una nota – la compagnia ha segnalato delle “ottime performance” del comparto Danni, che hanno superato per la prima volta i 2 miliardi di euro (2,02), con una crescita del +5,7% superiore a quella del mercato, grazie a un focus sulle linee di business strategiche, Commercial Lines (+7,5%), Personal Lines (+4,4%) e il settore Salute (+9,6%). Il combined ratio danni relativo all’anno corrente si è attestato al 95,8%.
“Axa Italia registra nel 2022 risultati eccellenti, con un’importante crescita dei business prioritari e un rafforzamento della solidità patrimoniale – ha affermato Giacomo Gigantiello, ceo di Axa Italia – Per la prima volta superiamo i 2 miliardi di raccolta premi sul Danni, con ottime performance nei nostri segmenti strategici, come la Salute e le Aziende. Un traguardo ancora più significativo perché raggiunto in un contesto macroeconomico complesso, che è il risultato della passione di tutte le persone di Axa, dei nostri agenti che hanno fatto un lavoro straordinario e di Mps, con cui vogliamo continuare a far crescere la partnership. Siamo ben posizionati per raggiungere gli obiettivi del Piano Driving Progress 2023 – ha proseguito – e rimaniamo concentrati sull’esecuzione della nostra strategia, con l’ambizione di proseguire nel nostro percorso di consolidamento e crescita su mercato italiano, grazie anche alla forte spinta all’innovazione dell’offerta e a significativi investimenti in tecnologia, per migliorare e semplificare l’esperienza dei nostri clienti”.
Inoltre, risulta in crescita anche il comparto Motor (+4,7%) nonostante il contesto di mercato, nel quale si registra la ripresa della frequenza dei sinistri e l’incremento del costo medio per effetto dell’inflazione e dell’aumento dei costi di riparazione dei veicoli. Mentre la raccolta L&S si attesta a 3,4 miliardi di euro (-28,7%), a causa dell’impatto negativo dalla dinamica dei tassi di interesse, da una generale volatilità dei mercati azionari e dagli alti livelli di inflazione e dell’incertezza macroeconomica e geopolitica.
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