
L’insurtech, insieme a lending e payments, è tra i segmenti più maturi e promettenti del settore fintech. È quanto emerge dalla seconda edizione del report Fintech Waves, realizzato da EY – in collaborazione con il Fintech District – per analizzare l’evoluzione del panorama fintech in Italia attraverso le interviste a più di cento operatori del settore.
Il panorama fintech italiano
Secondo lo studio, il panorama delle aziende e startup che operano nel settore fintech è in continua crescita. In Italia dal 2016 ad oggi i finanziamenti raccolti sono aumentati con un Cagr di oltre il 60% e nel 2022 hanno raggiunto i 1.040 milioni di euro, con un significativo incremento rispetto ai 900 milioni del 2021 e ai 247 milioni del 2020. Tuttavia, la raccolta fondi è molto polarizzata, con il 94% dei finanziamenti ottenuti dalle fintech con raccolta superiore ai 100 milioni e con fatturato annuale superiore ai 5 milioni.
Open Innovation e collaborazioni per sviluppare nuovi prodotti e servizi
Con l’obiettivo primario di sviluppare nuovi prodotti e servizi, il 90% delle startup fintech ha avviato una collaborazione con altri player del settore finanziario a partire dal 2021. Nello specifico, il 65% del campione ha collaborato con una banca o una compagnia assicurativa, mentre il 58% con altre fintech. Inoltre, il 41% delle aziende intervistate ha iniziato a collaborare con altre startup non finanziarie, mentre solo il 25% con player incumbent di diversi settori come utilities, grande distribuzione ed entertainment. Nel complesso, il livello di soddisfazione per le collaborazioni è relativamente alto, con un punteggio medio di 7,5 su 10. Tuttavia, la collaborazione si è rivelata spesso complessa con difficoltà legate perlopiù all’integrazione di processi e tecnologie o alle trattative contrattuali.
“Il fintech è il segmento più attrattivo per la raccolta di capitali in Italia e il rinnovato interesse del Venture Capital internazionale dimostra il potenziale di scale-up e la crescente maturità delle startup appartenenti all’ecosistema nazionale – ha affermato Andrea Ferretti, Markets & Business Development Leader per i Financial Services di EY – Gli intermediari finanziari tradizionali sono chiamati a cogliere questa opportunità e a fare delle fintech un partner strategico nella loro trasformazione digitale, a patto che accettino le sfide dell’integrazione in termini tecnologici, di governance e di processo”.
“L’ecosistema Fintech italiano è ormai maturo e i numeri emersi dalla ricerca lo confermano – ha dichiarato Clelia Tosi, Head of Fintech District che ha aggiunto – Vediamo ottimi risultati sia per quanto riguarda il numero di fintech e la loro solidità, che in riferimento agli investimenti, con un’interessante crescita del Venture Capital, anche internazionale (+88% rispetto al 2020), e del Corporate Venture Capital. Emergono poi altri elementi interessanti, come la crescita delle competenze legali e di compliance a livello aziendale, l’87% delle realtà ha al proprio interno almeno una persona dedicata, e la forte propensione alla ricerca di partnership con incumbent o altre fintech: il 90% delle aziende, infatti, ha attivato almeno una partnership nell’ultimo anno. L’Open Innovation si conferma la strada per una vera trasformazione del settore finanziario e per la crescita del sistema Paese. Rimangono tuttavia alcuni elementi su cui il mercato deve lavorare, in primis è necessario accelerare il ritmo con cui nascono e si sviluppano queste collaborazioni, ancora caratterizzato troppo spesso da lentezza nei processi decisionali e di integrazione. C’è ancora molto da fare per recuperare il gap con gli altri Paesi europei ma il bilancio è certamente positivo. Sta a tutti noi del settore unire le forze per esprimere davvero il potenziale del nostro ecosistema. Da un punto di vista di trend, risulta chiaro che l’ambito dei pagamenti e quello del lending siano i più maturi e con un potenziale di crescita maggiore, soprattutto in un contesto globale, nel quale l’Embedded Finance si sta dimostrando come lo sviluppo più naturale del mercato nel medio termine”.
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