
Attacchi informatici, inflazione, incertezze geopolitiche. Il difficile contesto economico sociale che stiamo vivendo ha avuto un forte impatto anche sul comparto assicurativo. Per affrontarlo le compagnie assicurative in Europa hanno stretto partnership sempre più strette con i service provider (fornitori di servizi). L’evidenza è emersa da una ricerca effettuata dalla società di consulenza Information Services Group (ISG) secondo cui gli assicuratori in Europa ma non solo stanno fronteggiando uno stato di “permacrisi”.
“Gli assicuratori europei si trovano ad affrontare condizioni di mercato difficili”, afferma Anna Medkouri, partner ISG e responsabile assicurativo in Emea. “Oltre a far fronte ad un ambiente commerciale difficile, hanno bisogno di una tecnologia migliore per adattarsi a nuovi modi di lavorare, nuove normative e nuove aspettative dei consumatori”.
Le esigenze dei consumatori digitali obbligano le compagnie ad ideare nuove offerte e prodotti
Il rapporto evidenzia che tra i nuovi clienti nativi digitali, le preferenze si stanno spostando dai prodotti assicurativi di base a offerte più personalizzate. In questa direzione le società stanno collaborando con i fornitori di servizi per implementare piattaforme per lo sviluppo di prodotti mirati utilizzando l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico. Questo processo in corso richiede agli assicuratori di reinventare processi, modelli di business e persino cultura aziendale, quindi cercano service provider con esperienza nella consulenza e nella trasformazione oltre al tradizionale BPO. Un altro problema sta nell’enorme carenza di competenze in tutta Europa che ha acuito le sfide tecnologiche degli assicuratori. Ad esempio, le restrizioni imposte dalla Brexit hanno reso più difficile per i lavoratori con le necessarie competenze commerciali e tecnologiche spostarsi tra il Regno Unito e l’Europa continentale. Inoltre la maggior parte delle compagnie assicurative ha difficoltà ad attrarre, assumere e trattenere talenti tecnologici. Di conseguenza, si rivolgono sempre più ai fornitori di BPO per riprogettare la loro forza lavoro.
“Per creare nuovi prodotti e modelli di business, le compagnie assicurative tradizionali hanno bisogno di un design reattivo, un’implementazione rapida e una rapida scalabilità”, spiega Jan Erik Aase, partner e leader globale, ISG Provider Lens Research. “I fornitori di servizi – conclude – hanno le conoscenze e la forza lavoro per fornire tali capacità”.
Perchè ci si affida all’outsourcing
In un recente rapporto “La seconda transizione dell’outsourcing” realizzato dal Censis in collaborazione con il Gruppo De Pasquale, vengono spiegati i motivi per cui le aziende si affidano a servizi in outsourcing, un comparto del valore di 19 miliardi dollari. Secondo lo studio, la ricerca di nuovi mercati e nuovi clienti guida le decisioni di collaborazione fra imprese (38,7% sul totale delle imprese italiane con almeno 3 addetti), cui si aggiungono la necessità di contenere i costi (36,1%) e di sviluppare l’innovazione di processo o di prodotto (22,9%). Intorno al 20% le motivazioni che riguardano l’acquisizione di nuove competenze e/o tecnologie, la flessibilità organizzativa e le strategie di internazionalizzazione. Infine dieci imprese su 100 utilizzano collaborazioni esterne per attività di marketing. Di poco inferiore al 10% la quota di imprese che ricorre ad altre strutture per ottenere servizi legali, servizi ICT e attività di ricerca e sviluppo.
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