
Il cantiere verso un’assicurazione data driven è ancora in costruzione. Rimanendo in ambito tecnico potremmo dire che siamo ancora alle fondamenta. Secondo un report Capgemini, ad oggi solo il 18% delle compagnie assicurative possiede capacità tecniche, cultura e pratiche in grado di supportare programmi data-driven che permettano di sfruttare al massimo il crescente volume di dati. Di approccio data driven per disegnare l’assicurazione del futuro si è parlato giovedì 10 novembre durante l’evento “La magia dell’algoritmo, come i dati trasformano il business assicurativo” organizzato da Helvetia in collaborazione con Insurance Skills Jam – Il Convivio Assicurativo.
Ad aprire i lavori è stato Roberto Lecciso, Ceo di Helvetia Italia, che ha ribadito l’importanza di un cambiamento culturale all’interno del mondo assicurativo. “Lo scambio di esperienze all’interno del nostro settore sul fronte digitalizzazione è fondamentale. Oggi più che mai occorre parlare di ecosistemi e di nuove tecnologie per comprendere l’enorme potenziale che la nostra industria potrà ottenere dall’innovazione tecnologica. Bisogna, inoltre, tener presente che colui che è chiamato a prendere parte a questo cambiamento è l’uomo. Se è vero che il nostro settore negli anni è sempre stato un po’ chiuso rispetto all’idea di cambiamento è anche vero che il fattore abilitante per approcciarsi in modo positivo alla trasformazione tech è il fattore umano”.
L’adozione di un approccio maggiormente “data driven” per l’assicurazione del futuro
La gestione e l’analisi dei dati è uno dei temi centrali per costruire l’assicurazione del futuro. A ribadirlo è stato Francesco Sgobio, partner Mbs Consulting, che nel suo keynote speech ha illustrato come la digitalizzazione abbia una grande responsabilità per il futuro del settore anche se spesso in passato le compagnie si sono rifiutate di fare innovazione. “Quando parliamo di innovazione parliamo principalmente di 3 fattori: tecnologia, dati e algoritmo. Ma di algoritmo si parla sempre poco eppure quando si parla di algoritmo nel settore si deve parlare per forza di management”.
Secondo Sgobio, infatti, quando si affronta il tema dei dati e dei modelli analitici si parla anche di cambiamento dei modelli di business passando dal disegno dei prodotti, all’underwriting fino ad arrivare alla relazione col cliente. “Il settore assicurativo è da sempre basato su numeri e algoritmi – ha spiegato – ma i fattori che hanno, solo in tempi relativamente recenti, portato all’adozione di un approccio maggiormente data driven sono stati tre, ovvero: l’aumento esponenziale della quantità di dati esterni, la diffusione di linguaggi di programmazione ‘free’ molto efficaci e gli ingenti investimenti in capitale umano. In tutto questo contesto non dimentichiamo gli ecosistemi”.
Ecosistemi e advanced analytics
Sono proprio la disponibilità di grandi flussi di dati e l’utilizzo di modelli analitici e di IA che hanno modificato il business assicurativo. Oggi, i dati e le tecnologie facilitano l’integrazione dell’assicurazione in più ampi ecosistemi di servizi. “In questi ultimi anni abbiamo visto che l’offerta assicurativa ormai fa parte di altri servizi – ha affermato Sgobio – I cosiddetti ecosistemi. Ora che le compagnie sono più aperte al dialogo con l’esterno occorre implementare le potenziali applicazioni degli advanced analytics. I principali impieghi degli advanced analytics, infatti, vanno ben oltre l’ambito della profilazione del rischio e sono destinati a caratterizzare in misura sempre maggiore l’evoluzione dell’intero business model assicurativo. Le compagnie devono lavorare sugli ecosistemi di offerta, quindi individuare i servizi non assicurativi correlati alle differenti tipologie di coperture che potenzialmente insistono sullo stesso cliente, sulla distribuzione, sulla strategia (di offerta, di partnership strategiche e scelte di investimento), sullo sviluppo, sui sinistri e, ovviamente su pricing & underwriting”.
La magia dell’algoritmo e l’integrazione
Per arrivare a trarre dei vantaggi da ecosistemi e advanced analyctis nel settore insurance occorre, quindi, che le compagnie lavorino su diversi aspetti. Ad illustrarli è stato, ancora una volta, il partner di Mbs Consulting. “In un contesto caratterizzato da ampia disponibilità di dati, competenze e tool analitici, la parola chiave affinchè si realizzi la magia dell’algoritmo è l’integrazione”. Quest’ultima deve essere fatta su più fronti: orizzontale (costante integrazione di dati e informazioni tra le funzioni tecniche, le funzioni di erogazione delle prestazioni e quelle orientate al mercato), verticale (flusso omni-direzionale di dati e informazioni tra compagnia, intermediari e clienti per massimizzare il livello di servizio, l’efficacia commerciale e garantire i feedback indispensabili al miglioramento degli algoritmi predittivi), intersettoriale (integrazione di dati e informazioni relativi a servizi contigui ed afferenti allo stesso ambito di bisogni – ecosistemi di servizi) e ‘culturale‘ (acquisizione di una maggiore consapevolezza delle potenzialità e dei limiti degli advance analytics da parte del management delle compagnie).
L’impatto reale degli advanced analytics
I lavori sono poi proseguiti con una tavola rotonda intitolata “L’impatto reale degli advanced analytics” che ha commentato lo stato dell’arte relativo al cambiamento tecnologico in corso nel settore assicurativo. A concordare con Sgobio sul fronte dell’integrazione è stato Matteo Cattaneo, Chief Digital Innovation Officer di Reale Group che ha raccontato come sta guidando la digitalizzazione nella mutua. “In Reale stiamo cercando di portare a scala tutte le armi che reputiamo necessarie per affrontare il futuro e tra queste vi sono i dati. Noi stiamo investendo molto sulle startup assicurative per innovare e cambiare l’industria assicurativa. Per riuscirci però è importante intraprendere percorsi strategici innovativi e investire sulle persone. L’ambizione che abbiamo con il data drive-in è andare oltre all’algoritmo per questo abbiamo individuato 5 ‘mattoncini chiave’ per arrivare all’obiettivo. Quest’ultimi sono: la focalizzazione su use case; un unico modello operativo e un’unica tecnologia; training e educazione persone; normativa e integrazione orizzontale. Se vogliamo essere davvero data driven occorre comprendere in primis come queste nuove tecnologie possono davvero portare ad un cambiamento”.
A fare formazione continua sul fronte innovazione tech è anche Helvetia. “La magia dell’algoritmo e delle nuove tecnologie attraversa tutta la catena del valore del settore assicurativo e le persone dell’impresa devono essere skillate – ha detto Massimo Fedeli, direttore danni Gruppo Helvetia Italia – Sul fronte sinistri è stato già detto che le nuove tech aiutano nella gestione dei sinistri e della prevenzione delle frodi. Questo comporta un miglioramento dei processi per la compagnia e una migliore customer experience. Mentre sull’underwriting è molto interessante la possibilità futura di ricevere la richiesta di quotazione e l’analisi dei dati di quest’ultima che permette al sottoscrittore di essere più veloce nell’analisi del rischio”.
A seguire è intervenuto Alessandro Fracassi, Ceo Gruppo Mutui Online che ha raccontato la realtà italiana nata digital. “Scegliere un ambito principale di uso di data analytics per Mutui Online è difficile in quanto siamo nati come un intermediario online – ha affermato Fracassi – Noi lo applichiamo su due fronti. Il primo è quello operativo, mentre l’altro è la distribuzione online. La parte più interessante è quella relativa alla capacità di gestione di aste online. Grazie agli advanced analytics possiamo supportare l’umano nella gestione delle finanze e questo può essere fatto anche nel settore assicurativo”.
Infine, è intervenuto Vittorio Corsano, Chief P&C Officer UnipolSai che ha raccontato come nella compagnia “i dati che provengono dalla telematica consentono di apportare enormi benefit all’intero processo di quotazione. Dalla misurazione del rischio, fino alla sottoscrizione e all’assunzione dello stesso. Se investiamo in tecnologia possiamo fare moltissimo non solo sul fronte cliente – ha chiosato Corsano – ma anche sul fronte di industria”.
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