Big Tech e Assicurazioni

L’ingresso di Amazon nel mercato assicurativo europeo non è passato inosservato, con l’apertura di un primo Insurance Store in UK il colosso dell’e-commerce punta a estendere la propria attività in un settore complementare con quello che è il suo core business. Potendo contare da un lato su un’offerta di prodotti cui è possibile affiancare una copertura assicurativa nel momento dell’acquisto – che si trasformano in volumi enormi – e dall’altro su una banca dati delle abitudini di consumi dei suoi utenti a livello globale, Amazon punta a diventare uno dei principali player dell’industria. Solo nel 2020, ha venduto oltre 100 milioni di polizze in Europa, se si pensa che nello stesso anno in Italia se ne sono vendute 3 milioni si capisce la portata del fenomeno.

Non solo Amazon

L’Amazon Insurance Store aperto in Gran Bretagna permetterà agli utenti finali di comparare direttamente polizze di diversa natura, e rappresenta una prima tappa in una strategia più ampia che presto potrebbe coinvolgere l’intero territorio europeo. Amazon non sarà sola in un questo processo di trasformazione del settore, basti pensare che Apple, attraverso la diffusione massiccia degli Apple Watch, è il primo owner dei dati comportamentali legati alla salute fisica e ha dichiarato che entro il 2024 lancerà polizze sanitarie. Con loro anche Google sta rafforzando la propria presenza sul mercato, lasciando presagire l’intenzione di un possibile ingresso nel settore assicurativo. Nel mentre negli Stati Uniti Tesla ha già iniziato a vendere polizze auto.

Aumentano i consumatori digitali

I Big Tech dimostrano un interesse sempre maggiore nei confronti del settore assicurativo, si tratta di un business in forte crescita, la cui digitalizzazione aumenterà comportando un incremento considerevole dei volumi della industry. L’Italian Insurtech Association (IIA) prevede un forte aumento della penetrazione nei prossimi anni, passando da un valore del mercato assicurativo a livello globale di 5.000 miliardi di dollari attuali a 10.000 miliardi entro il 2030. La quota della componente digitale, ovvero i consumatori che utilizzano polizze digitali, arriverà all’80%, contro il 20% nel 2020, aprendo a possibili incursioni di nuovi attori, tra cui anche i colossi dell’hi-tech, pronti a conquistare un mercato sotto-penetrato come quello italiano.

Big Tech, lo stimolo al comparto

Tuttavia, proprio i player tecnologici possono contribuire a stimolare la digitalizzazione del settore ed educare i clienti italiani, che difficilmente conoscono prodotti diversi dall’RC auto. Infatti, alla base del successo di compagnie come Amazon, Google e Apple c’è l’aver intuito come facilitare l’accessibilità all’acquisto possa conquistare il consumatore digitale di oggi. La gestione e l’analisi dei dati sul comportamento si è rivelato uno strumento essenziale nelle strategie di business di questi colossi, e può essere una soluzione innovativa per la crescita del mercato assicurativo al fine di offrire prodotti semplici e personalizzati, oltre che diffondere consapevolezza. Lo store di Amazon in UK nasce proprio con l’obiettivo di migliorare l’esperienza dei consumatori e aiutarli nell’acquisto di polizze sulla base delle loro esigenze.

L’incursione dei Big Tech nel mercato rappresenta un’opportunità per l’industria assicurativa, soprattutto in Italia, per migliorare sia l’educazione del cliente finale che la penetrazione. Le grandi compagnie, in primis, devono cogliere l’occasione per aumentare gli investimenti in soluzioni tecnologiche e incentivare lo sviluppo di competenze. Data analyst, data engineer e data developer sono figure professionali che devono essere inserite all’interno del nostro mercato per sviluppare una cultura dato centrica, per allinearsi al business di questi colossi. L’Italia è sulla strada giusta, secondo il Report Competenze – che abbiamo realizzato a inizio anno – entro il 2024 saranno inseriti all’interno della filiera 7 mila nuovi profili con competenze tecnologiche avanzate: ingegnere robotico, esperti di analisi dei dati e in cybersecurity, cloud architect, ecc., ma si punterà anche sulla formazione di top manager, intermediari e dipendenti in ambito tecnologico e digitale per superare il forte gap ancora esistente.

Simone Ranucci Brandimarte, founder e presidente Italian Insurtech AssociationIIA

L’importanza della formazione dei talenti

Proprio per questo motivo l’Italian Insurtech Association si impegna attivamente non solo nella promozione di una cultura digitale in Italia, ma anche nella formazione di talenti e competenze innovative. Con questo obiettivo abbiamo realizzato il primo master focalizzato sull’approccio innovativo dell’insurtech in Italia, tenuto da professionisti del settore con l’obiettivo di fornire gli strumenti per comprendere e gestire le innovazioni digitali che stanno trasformando l’industria assicurativa, stravolgendo modelli di business consolidati. Nelle prime due edizioni sono stati formati circa 90 professionisti su aspetti strategici, tecnologici e legali, con focus su nuovi modelli di business, sui nuovi paradigmi di interazione con i clienti e su una nuova offerta di prodotti e servizi. Una terza edizione è in partenza il 18 novembre, in formato digital.

In parallelo dobbiamo continuare a promuovere collaborazioni tra i diversi player soprattutto con le startup innovative che possono mettere il loro know-how al servizio della causa, per sviluppare circoli virtuosi. Abbracciare il cambiamento, piuttosto che contrastarlo, condurrà il settore verso il progresso; non a caso in Gran Bretagna Amazon ha già stretto collaborazioni con i principali gruppi assicurativi, ossia Ageas Uk, Co-op Insurance e Lv General Insurance, che hanno intuito il beneficio che ne possono trarre.

Simone Ranucci Brandimarte, founder e presidente Italian Insurtech AssociationIIA

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Redazione

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