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La pandemia ci ha tolto la convivialità: rispetto a due anni fa il 48% degli italiani passa meno tempo in casa con gli amici. Questa è solo una delle evidenze emerse dalla nuova ricerca di Changes Unipol, realizzata da Ipsos, che ha analizzato il rapporto degli italiani con la propria abitazione e ha scattato un’istantanea su vissuto, progetti e desideri legati alla casa. L’indagine Changes Unipol ha esplorato il modo in cui gli italiani vivono nell’era post Covid-19 il rapporto con la loro casa. Oggi la casa risulta essere un luogo più individuale, in cui si guarda tv, si legge e si ascolta la radio (più spesso rispetto al periodo pre-Covid nel 37% dei casi), si sta con la famiglia (incremento nel 34% dei casi) e ci si dedica a hobby, lavoretti, cucina e giardinaggio (32%).

La casa non è più un luogo di convivialità

Secondo l’indagine si è persa la connotazione di luogo di convivialità, tanto che ben il 48% dei nostri connazionali afferma di passare in casa meno tempo con gli amici rispetto a due anni fa. Questo dato cresce, rispettivamente al 51% e 58%, per la Generazione X (tra 41 e 56 anni) e i baby boomers, i più condizionati ancora dagli effetti della pandemia.

Il maggior tempo trascorso in casa, però, ha indotto le persone a rendere l’abitazione più bella e funzionale: nell’ultimo anno un italiano su tre (il 32%) ha sostituito degli elettrodomestici e il 23% pensa di farlo entro il prossimo anno, mentre il 18% ha fatto cambiamenti nell’arredamento, il 17% ha ristrutturato gli interni e il 14% gli esterni. La ristrutturazione di interni ed esterni, grazie anche agli incentivi statali, rimane nei programmi per il prossimo anno, rispettivamente per il 27% e per il 24% degli italiani.

Il 70% degli intervistati considera sicura la propria zona di residenza, a fronte di un solo 8% che la valuta “a rischio”, sebbene questo dato cresca notevolmente in grandi città come Milano, arrivando al 17%, e Napoli (15%). Correlato a ciò, il 72% si sente sicuro in casa: la percezione di essere esposti a rischi legati alla propria abitazione, quali furti, incendi o danneggiamenti riguarda soltanto 3 italiani su 10.

Circa un italiano su tre (il 29%) ipotizza di cambiare casa nei prossimi due anni

Se la certezza di cambiare casa nell’arco dei prossimi due anni viene dichiarata soltanto dal 6% degli italiani, la percentuale sale significativamente e si attesta al 29% se si aggiungono anche coloro che si dichiarano “probabilmente” pronti a questo passo. La certezza del cambiamento è più marcata tra gli abitanti di Torino (11%), Firenze (10%) e Bari (10%). La preferenza per un’abitazione di proprietà rimane forte, ma viene espressa solo dal 55% degli italiani, a fronte di un 17% per l’affitto: è soprattutto nelle grandi città del Centro Nord che la propensione per l’acquisto è più marcata, con percentuali tra il 60 e il 70% circa (in particolare Milano è al primo posto con il 67%).

Sono, invece, i più giovani della Generazione Z (fino a 26 anni, evidentemente anche a causa di minor reddito disponibile) a indicare più frequentemente – nel 51% dei casi – soluzioni abitative alternative, quali l’affitto, le case/residence con formule “zero pensieri” oppure il co-living.

Primo criterio di scelta per l’acquisto di una casa: il prezzo

Il prezzo resta il primo criterio di scelta di una nuova abitazione (64%), ma inizia a emergere una forte attenzione su impatto ambientale ed efficienza energetica (37% dei casi). Il prezzo è l’elemento più importante (per il 64% degli intervistati) da considerare nella scelta di una nuova abitazione, seguito dalla zona (48%), dalla luminosità (42%) e dalla metratura (41%). Ma al quinto posto tra i criteri di scelta emerge anche l’”alta efficienza energetica/basso impatto ambientale”.

Case ecosostenibili e ad alta efficienza energetica

Secondo la ricerca l’alta efficienza energetica/basso impatto ambientale risulta essere fondamentale per chi acquista oggi una casa, Indicata nel 37% dei casi, a testimonianza di una nuova sensibilità degli italiani verso risparmio e consumi sostenibili. Tra gli altri fattori, la sicurezza (presenza di telecamere nelle aree comuni e servizio di portineria) viene indicata soltanto nel 18% dei casi, all’8° posto nell’ordine di classifica.

Tra gli abitanti delle aree metropolitane, i veronesi sono i più virtuosi e collocano il basso impatto ambientale/efficienza energetica al 3° posto dei criteri, mentre a Napoli, Bari e Palermo c’è una maggiore attenzione alla sicurezza, indicata rispettivamente nel 22%, 31% e 29% dei casi, rispetto alla media nazionale. Tra le diverse generazioni, sono i Baby Boomers (57-74 anni) i più sensibili all’ambiente, nel 46% dei casi, mentre la Generazione Z è più orientata a criteri come la sicurezza (30%) e la vicinanza ai mezzi pubblici (23%).

Poca attrattività verso i centri storici

Si scardina il sogno del vivere nei centri storici. Questo è quello che rivela l’indagine. Potendo scegliere, infatti, soltanto 1 italiano su 4 (il 24%) preferirebbe vivere in centro città, a fronte di un 40% che vorrebbe stare in periferia, pur di avere a disposizione spazi più ampi, e di un 36% che vorrebbe andare fuori città, in un contesto più tranquillo, a contatto con la natura e in una casa più grande. I più propensi al centro delle città sono i giovani della Gen Z (34%), laddove le preferenze dei Millennials (tra 27 e 40 anni) si concentrano sulle periferie (45%) e quelle dei Baby Boomers sul fuori città (43%).

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Redazione

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