
Prima Katrina nel 2005, poi Marìa nel 2017 e nelle scorse settimane l’uragano Fiona. E ancora la siccità estiva e le improvvise piogge torrenziali. Tutti effetti del cambiamento climatico che negli ultimi quindici anni hanno messo a rischio la sopravvivenza delle imprese agricole nelle Americhe. Per affrontare questa tipologia di rischi catastrofali e mettere al sicuro gli agricoltori e le loro produzioni, la startup insurtech portoricana Raincoat ha sviluppato una piattaforma che offre soluzioni assicurative integrate contro il rischio climatico con l’apporto di trigger parametrici.
“Fin dal giorno uno la nostra missione è stata sviluppare una piattaforma assicurativa parametrica per offrire soluzioni scalabili end-to-end di assicurazione climatica per le persone colpite da disastri naturali – racconta Jonathan Gonzalez, Ceo di Raincoat in un’intervista a InsurZine – Raincoat è nata dalle esperienze che io e gli altri co-fondatori abbiamo affrontato durante l’uragano María del 2017 a Porto Rico. Per tre giorni io non sono riuscito a raggiungere mia madre, che all’epoca era in condizioni di salute precarie e quando sono arrivata a casa sua, i danni causati dal passaggio dell’uragano erano importanti. Era richiesta un’assistenza immediata, ma non è stato possibile. Infatti, nei sei mesi successivi all’avvento dell’uragano ho faticato a ricevere qualsiasi tipo di supporto sia dalle istituzioni governative che dalle compagnie. Quasi un anno dopo, le nostre richieste di risarcimento sono state respinte e, in tutto questo, non abbiamo ricevuto alcun sostegno finanziario per poter coprire i danni causati da Marìa. Migliaia di persone sull’isola si sono trovate ad affrontare problemi simili e, dopo aver approfondito la situazione, ho scoperto che si trattava di un esito tragico e comune per molte persone colpite da disastri naturali ovunque nel mondo”.
La soluzione parametrica di Raincoat
Da qui la scelta di fondare Raincoat. “Mi sono reso conto che serviva alle compagnie una soluzione che si basasse su modelli assicurativi parametrici – prosegue Gonzalez – All’epoca esistevano soluzioni parametriche che però non erano molto diffuse. Questo a causa delle difficoltà riscontrate nella creazione di sistemi appropriati che potessero essere integrati nei canali esistenti delle assicurazioni. A quel punto io, in accordo con il mio team, abbiamo riunito un gruppo di esperti e così abbiamo iniziato a lavorare a una soluzione che poi ha dato vita alla nostra realtà”.
Ad oggi, la società portoricana ha sviluppato una serie di soluzioni end-to-end che possono essere integrate all’interno dei canali esistenti dei partner assicurativi per facilitare la loro risposta in caso di richieste di indennizzo a seguito di eventi catastrofali. “Le nostre soluzioni assicurative vanno a integrare le polizze tradizionali e aiutano le compagnie a garantire agli utenti finali una più celere resilienza finanziaria – spiega Gonzalez – In questo modo riusciamo a superare il problema legato ai periti assicurativi, di cui si parla troppo poco. A seguito di una catastrofe naturale, infatti, i periti si trovano ad affrontare enormi volumi di richieste di intervento. Questo comporta una grande mole di lavoro e, di conseguenza, un ritardo importante nell’erogare un indennizzo, impedendo agli assicurati la possibilità di ricominciare a vivere”.
Esistono una moltitudine di parametri diversi che il mondo insurance dovrebbe prendere in considerazione quando si verifica un evento avverso come, ad esempio, un uragano. Tra questi vi sarebbe in primis il ruolo sociale che le assicurazioni potrebbero avere nel fornire assistenza ai clienti nel post-evento. “E’ fondamentale affrontare il tema relativo alla qualità della vita dopo l’avvento di una calamità naturale – dice Gonzalez – Per non parlare delle perdite legate al settore agricolo e ai guadagni mancati. La nostra tecnologia è in grado di calcolare anche questa tipologia di danni”.
L’importanza della tecnologia nel segmento cat nat
Semplificare la gestione di un evento catastrofale. Questa è una delle mission dell’insurtech. “La storia di Raincoat rieccheggia tra i nostri partner poiché il nostro obiettivo è quello di semplificare la gestione di una minaccia reale come quella di essere colpiti da un uragano – continua Gonzalez – Questo ci ha aiutato a raccogliere l’interesse di investitori e a siglare partnership in questi anni. I nostri interlocutori capiscono cosa stiamo cercando di fare e credono nel nostro team”.
Ad oggi la startup che, tra le altre cose, ha offerto al governo messicano la piattaforma assicurativa IT per il progetto Tripartite IDF in Messico, vanta partner come UNDP, Axa, Guy Carpenter, Swiss Re e Munich Re. A proposito del progetto Gonzalez afferma: “Si è trattato di un progetto importante per noi, dato che l’80% degli agricoltori messicani possiede almeno cinque ettari di terreno e la maggior parte di loro coltiva su terreni non irrigati, il che li rende potenzialmente più esposti agli shock meteorologici. Inoltre, occorre ricordare che solo il 18% di quest’ultimi ha la possibilità di stipulare una copertura agricola aziendale. Proprio per questa ragione, per noi è stato fondamentale contribuire allo sviluppo di un programma assicurativo utile ad aiutare questi agricoltori, che sono particolarmente vulnerabili di fronte agli eventi atmosferici”.

Non solo partnership con gruppi assicurativi internazionali, ma anche con quelli locali. “Abbiamo anche collaborato con compagnie assicurative locali a Porto Rico per proteggere gli abitanti durante le conseguenze degli uragani dell’isola – dichiara Gonzalez – Inoltre, in Colombia abbiamo lavorato a un programma parametrico nazionale che mira ad offrire protezione ai piccoli agricoltori”.
Non solo Porto Rico
La società, che ha recentemente chiuso un round di finanziamento, ora guarda all’espansione in nuove aree geografiche. Raincoat, infatti, non è autorizzata ad operare solo a Porto Rico. “Siamo autorizzati ad operare nei mercati dell’America Latina e dei Caraibi, in territori come Colombia, Messico e Giamaica, e abbiamo in cantiere progetti in Nord America e in altri Paesi delle Americhe – aggiunge Gonzalez – Tuttavia, la nostra soluzione può essere implementata in tutti i mercati globali con l’obiettivo di eliminare il persistente divario di copertura a livello mondiale quando si tratta di catastrofi naturali”.
Catastrofi naturali, la tecnologia può essere la chiave
Anche se c’è ancora molto lavoro da fare, sono molte le opportunità per quanto riguarda l’ecosistema insurtech, in particolare per le soluzioni che possono aiutare a colmare il gap assicurativo legato al cambiamento climatico. Questa è la tesi che sostiene Gonzalez. “L’attività di investimento in questo settore è aumentata negli ultimi anni, mostrando una tendenza promettente che può aiutare le società che offrono soluzioni tecnologiche a prosperare ed espandere il loro business. Nel nostro caso – conclude Gonzalez – abbiamo la fortuna di avere il sostegno degli investitori insurtech più attivi, come i fondi globali Anthemis e SB Opportunity Fund del Gruppo SoftBank. Il loro appoggio dimostra che siamo sulla strada giusta con l’offerta commerciale di Raincoat e ci permette di continuare a sviluppare soluzioni tecnologiche per uno dei problemi più urgenti del mondo: il numero crescente di disastri naturali”.
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