
Oggi, la sostenibilità ambientale, sociale ed economica costituisce una delle più importanti sfide globali per le aziende. Nel webinar organizzato il 15 settembre da Anra e Aon dal titolo “La transizione supportata dallo Stato: è il momento di agire!” è stato illustrato come le compagnie possono aiutare le imprese ad affrontare questa transizione verso la sostenibilità e i nuovi rischi emergenti ad essa correlati.
Le spinte che stanno portando verso linee di business più sostenibili
Ad aprire i lavori è stato Enrico Trombetta, deputy head of consulting, director risk, audit and compliance services di Aon, che ha affermato come questa transizione verso modelli di business più sostenibili da un punto di vista ambientale, sociale e di governance aziendale sia dovuta da una serie di spinte esterne che stanno premendo su tutte le industrie. “In primis vi sono delle spinte normative che impongono alle società di essere sempre più sostenibili. Per esempio, dal 2017 in Italia per alcune imprese è obbligatorio redigere la dichiarazione non finanziaria. Nei prossimi anni la normativa diventerà sempre più pervasiva, in quanto l’obbligo di rendicontazione si estenderà ad altri ambiti e verrà ampliata la platea dei soggetti obbligati. Inoltre, tra i fattori esterni che spingono verso un cambiamento vi è anche il cambiamento climatico”.
Il tema della sostenibilità è molto sentito anche dalle persone. Oggi infatti il 70% dei consumatori preferisce acquistare prodotti di aziende che sono impegnate su questo fronte. Un concetto ben spiegato da Trombetta. “In questo momento storico con Pnrr e Next Generation EU saranno molti i soldi pubblici messi a disposizione alle organizzazioni e agli enti privati per supportare il loro processo di transizione. Questo significa per noi di Aon la necessità di agire per applicare delle nuove strategie a lungo termine al fine di poter massimizzare il contributo che lo Stato può dare alle singole realtà imprenditoriali italiane. Alcuni esempi delle azioni per uno sviluppo sostenibile per le aziende sono: efficientamento energetico, digitalizzazione dei processi e upskilling delle risorse umane”.
L’upskilling delle risorse umane
Ad affrontare la tematica dell’upskilling delle risorse umane è stata Romina Colciago, head of wellbeing & people advisory di Aon, che ha sottolineato l’importanza della sensibilizzazione dei dipendenti sulla questione transizione ambientale, sociale ed economica. “In un mondo caratterizzato da complessità e tasso di cambiamento crescenti, man mano che i mercati, i settori e le strategie si evolvono, è fondamentale comprendere l’importanza primaria del ruolo della forza lavoro per consentire di navigare con successo in questo mare di sfide senza precedenti – ha detto Colciago – Una forza lavoro che sta bene è quella che ha la resilienza per riprendersi da eventi importanti o imprevisti, l’agilità di orientarsi e adattarsi a nuove circostanze e il senso di appartenenza che crea fiducia e fa sentire le persone non solo parte di una squadra, ma parte di una famiglia”.
La resilienza delle organizzazioni è però a rischio a causa di uno scarso livello di benessere delle persone. Questo il monito lanciato da Colciago. “Stress e mental health sono tra le principali sfide in ambito salute e benessere, anche in conseguenza alle preoccupazioni finanziarie che assumono oggi un ruolo rilevante. Aon, ad esempio, ha lanciato un ecosistema per aiutare le aziende nel definire una strategia per il corporate wellbeing phygital. Abbiamo sviluppato un algoritmo che ci consente di sapere grazie ad un approccio data driven quanto le persone dell’azienda stanno bene e qual è il gap da colmare attraverso una strategia di lungo periodo evitando burnout e dimissioni di massa da parte dei dipendenti. Infine, è necessario ricordiamo che implementare delle soluzioni di welfare aziendale comporta la possibilità di ricevere sgravi fiscali per le imprese”.
Le agevolazioni promosse dello Stato per sostenere la transizione
Le imprese non possono essere da sole in questo processo di transizione e le compagnie possono offrire il supporto necessario. A fare un focus su quelle che possono essere le migliori forme contributive che possono essere messe a disposizione delle aziende in questa fase è stato Andrea Garosi, Ceo di Grow Capital. “Il legislatore ha messo a disposizione delle aziende una serie di agevolazioni per le imprese che vogliono essere più sostenibili. In primis troviamo i contributi in crediti d’imposta, ovvero delle agevolazioni fiscali che permettono di compensare debiti fiscali diminuendo le imposte dovute. All’interno di questa categoria troviamo tutti i bandi che fanno parte del pacchetto di transizione 4.0, che va a garantire alle imprese credito d’imposta se hanno sostenuto costi in alcune materie come ricerca e sviluppo, acquisto di beni strumentali, formazione 4.0 e transizione green”.
“A seguire troviamo i contributi conto interessi e finanziamenti agevolati, ovvero riduzione dell’interesse o concessione di finanziamenti a condizione di favore. Un esempio di questa tipologia è la nuova Sabatini la quale prevede che in caso di acquisto di un nuovo macchinario l’impresa può ricevere un’agevolazione anche sul leasing per l’acquisto del bene strumentale. Successivamente, troviamo i contributi a “fondo perduto “, cioè un fondo calcolato in percentuale sulle spese ammissibili a cui non è prevista nessuna restituzione di capitale o pagamento di interessi. Questi sono di solito contributi erogati in percentuale rispetto alle spese che l’impresa sostiene. Infine, troviamo i contributi in fondo di garanzia, per i quali lo Stato si impegna a dare garanzia alle imprese private attraverso fideiussione bancaria”.
In conclusione, Garosi ha sottolineato quanto sia fondamentale il supporto di un esperto durante l’iter per l’ottenimento di strumenti di finanza agevolata (come il Pnrr) per garantire adeguatezza, in termini di rispetto dei requisiti e tempistiche, in ogni fase.
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