
È stata ribattezzata la Uber italiana dell’assistenza stradale. Stiamo parlando di hlpy, startup assicurativa nata a maggio 2020 in pieno lock down per dare una nuova linfa ma soprattutto una nuova visione del modo di erogare assistenza ai veicoli. A raccontare ad Insurzine la storia di hlpy è uno dei suoi tre fondatori e attuale Ceo Valerio Chiaronzi. “Insieme a Graziano Cavallo e ad Enrico Noseda (rispettivamente Cgo e advisor della società ndr) abbiamo ritenuto che ci fosse un’opportunità importante da cogliere in termini di efficienza del mercato, perché questo non aveva e non ha ancora del tutto colto le opportunità della digitalizzazione. Quello dell’assistenza alle automobili ed ai veicoli in generale è una parte importante dell’intero ecosistema dei servizi after market dove, a nostro avviso, c’è ancora tanto da fare in termini di miglioramento dell’ esperienza clienti e dell’ efficienza operativa di case automobilistiche, car rental e leasing company. Senza dimenticare ovviamente le compagnie di assicurazione che distribuiscono coperture Motor”.
Le tecnologie al servizio dell’assistenza stradale
hlpy è una realtà B2B ed offre quindi i propri servizi in white label. “Ogni soluzione che introduciamo sul mercato esce quindi a marchio dei nostri business partner corporate, ma è ovviamente fruita e utilizzata dai driver e quindi dai clienti di quest’ultimi – afferma Chiaronzi – Grazie a tecnologie di machine learning, chat e voice bot e una spinta automatizzazione dei processi possiamo raccogliere una richiesta di soccorso stradale di un cliente e indirizzarla ad uno dei nostri 650 soccorritori convenzionati in meno di 60 secondi. Da qui in avanti poi ci occupiamo di una gamma ampia di servizi sempre digitali che permettono al cliente di ripartire con un mezzo sostitutivo e a noi di occuparci direttamente dell’assistenza al veicolo ed eventualmente della sua riparazione”.
Un team esperto
A 18 mesi dall’ingresso sul mercato italiano lavorano in hlpy più di 30 professionisti, numero questo destinato a crescere con il prossimo sviluppo internazionale annunciato dalla società. A partire dallo scorso agosto è entrato nel founding team Stefano Sarti, il quale ha ricoperto fino a pochi mesi fa il ruolo di Managing Director di ARC Europe, uno dei principali attori nel settore dell’assistenza stradale. “Ritengo Stefano una delle persone più competenti a livello internazionale in ambito automotive – commenta Chiaronzi – Il fatto che persone come me, come lui e come Graziano Cavallo abbiano deciso dopo anni di presenza in questo settore di unire le forze per portare sul mercato una nuova realtà digitale come hlpy sia un segnale importante su quello che riteniamo essere l’opportunità di innovazione e sviluppo dell’industry attraverso il nostro modello”.
Crescita vuol dire internazionalizzazione
Dopo la prima fase seed di raccolta del capitale che ha visto il supporto di Bene Assicurazioni, dell’acceleratore Vittoria Hub, Miro Venture, Moffu Labs e affermati Angel investor italiani, nel corso degli ultimi mesi importanti operatori del mondo del VC come The Techshop e Doorway e private investors qualificati hanno deciso di supportare la crescita di hlpy. Crescita che fa rima con internazionalizzazione. Continua Chiaronzi: “Il nuovo capitale insieme all’arrivo di Stefano Sarti nel founding team, dopo quello di Andrea Rizzi come CFO avvenuto a febbraio, in parallelo al rafforzamento della nostra piattaforma digitale, sono le basi che ci permetteranno a breve di annunciare l’apertura di nuove country a livello internazionale”.
Al fianco dei partner assicurativi
Ad oggi la società ha all’attivo tre accordi con partner assicurativi mentre due nuovi contratti partiranno entro la fine dell’anno. “Le compagnie che hanno deciso di sposare il modello di assistenza hlpy hanno abbracciato un cambio di paradigma importante e hanno capito l’importanza di una gestione diretta del Ramo Assistenza – spiega Chiaronzi – hlpy si posiziona come un puro digital TPA per le compagnie assicurative sul ramo assistenza per quanto riguarda i servizi motor potendo così garantire non solo un’esperienza cliente rinnovata e in tempo zero grazie al digitale, ma beneficiando anche dei vantaggi che la nostra piattaforma offre: dati in real time e una base informativa unica per quotare e gestire in casa il proprio business in maniera più redditizia”. Grazie agli accordi in essere l’insurtech prevede di raggiungere circa 40.000 interventi eseguiti a fine 2022. “Questo – dice con una punta d’orgoglio Chiaronzi – è un numero che ci fa ritenere estremamente soddisfatti e che fa di hlpy oggi non più una start up in cerca di validazione del suo modello, ma una nuova realtà industriale che può giocare un ruolo di cambiamento importante nel settore assicurativo e nel business motor in generale in Italia e all’estero”.
Insurtech, che fatica
Sul panorama insurtech italiano il giudizio di Chiaronzi è obiettivo. “In tutta onestà credo ci sia ancora troppo poco nel panorama italiano e ancora tanto da fare. Quello assicurativo è un business molto tecnico e innovare i modelli di prodotto, di processo e distributivi non è una missione semplice e in cui ci si può improvvisare. La regolamentazione è forte e va rispettata, la distribuzione ha le sue logiche e quasi sempre i prodotti assicurativi sono prodotti di offerta e non di domanda. Questi elementi rendono la sperimentazione di nuove soluzioni faticosa. Affiancarsi come partner innovativo e digitale a compagnie che hanno volumi di business significativi e anni di consuetudini e stabilità nei processi è sicuramente complicato, ma – conclude – credo anche che hlpy in questo stia dimostrando che quando le soluzioni portano un vantaggio concreto su porzioni di business importanti come nel nostro caso lo sono quelle del business motor, allora le compagnie possono diventare ben predisposte ad aprire le proprie organizzazioni all’innovazione”.
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