smart city

Quando parliamo di Smart City ci riferiamo a tutte quelle solu- zioni come la smart mobility, la gestione di fornitura di energia o lo smaltimento dei rifiuti che vengono gestite tramite l’utilizzo di tecnologie smart e finalizzate a semplificare la vita del cittadino, migliorare il benessere dello stesso, offrire nuovi servizi a costi minori e rendere più efficienti quelli offerti.

Il vero problema in questo contesto riguarda l’utilizzo dei dati dei cittadini: per creare delle città intelligenti infatti, il primo passo è la raccolta di grandi quantità di dati per la successiva creazione di soluzioni mirate senza dimenticare che, la gestione di queste informazioni, comporta anche dei rischi per la sicurezza e la salvaguardia di esse.

“Il principale rischio alla base delle smart city sta nella loro necessità di connettere tutti i dispositivi, che siano essi termostati, sensori o ogni altra tipologia di oggetto. Fino a qualche anno fa, questo requisito e layout architetturale non era presente: era tecnicamente impossibile accedere ad eventuali dati in quanto non era previsto alcun scambio di informazioni – afferma Filadelfio Emanuele, Ciso & Security Operation Manager presso CybergON – L’emergenza di questi ambienti intelligenti però por- ta con sé la necessità di raccogliere e tenere al sicuro l’insieme dei dati che vengono archiviati in un data lake comune. Tale repository di informazioni viene poi utilizzato per eseguire azioni di ottimizzazione dei sistemi e per raggiungere gli obiettivi prefissati, ma è anche un grande attrattore per i cyber criminali il cui bene più prezioso non è altro che il dato”.

La protezione dei dati nelle città interconnesse: quali sono i settori più a rischio

Nella classifica dei settori più a rischio nelle smart cities troviamo al primo posto le reti wifi pubbliche, seguite dalle smart grid e dal mondo dei trasporti mentre chiude la classifica il mondo delle telecamere per la sicurezza.Tuttavia, con riferimento a questi ambienti intelligenti, è necessario soffermarsi sul settore, e soprattutto sul concetto, di smart grid.

Le smart grid rappresentano una rivoluzione nel mondo dell’energia elettrica e delle telecomunicazioni: si tratta, infatti, di un nuovo modo di intendere la distribuzione di energia elettrica, in modo intelligente e decentralizzato per minimizzare sovraccarichi e variazioni della tensione elettrica. L’attacco hacker che ha colpito la città di Atlanta nel 2018 – un attacco durato ben 5 giorni che ha colpito i sistemi informatici della corte di giustizia, dell’amministrazione comunale e dei centri per l’impiego – o l’attacco alla metropolitana di San Francisco nel 2016, ne sono un chiaro esempio.

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Filadelfio Emanuele, Ciso & Security Operation Manager presso CybergON

L’attacco hacker che ha messo in crisi la metropolitana di San Francisco ha causato gravi danni: per due giorni consecutivi i sistemi di controllo dei gate di ingresso ai treni sono andati in tilt, restando aperti a chiunque, anche senza un valido titolo di viaggio. Quanto accaduto a San Francisco infatti, è l’evidenza che portare innovazioni a un livello così ampio è controproducente senza l’integrazione di adeguate misure di sicurezza.

“Alla luce di questi esempi quindi, l’approccio che deve essere messo in atto per proteggere le Smart Cities deve seguire due precise direttive. La prima fa riferimento al processo, ovvero alla necessità di progettare e disegnare le smart cities in modo sicuro: durante la fase di disegno infatti risulta fondamentale l’affiancamento di un esperto di sicurezza informatica in grado di fornire le giuste competenze e abilità sul tema. La seconda direttiva invece, ruota attorno al concetto di monitoraggio con lo scopo di identificare per tempo tutti gli attacchi o eventuali compromissioni in corso” conclude Emanuele.

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Redazione Insurzine

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