
La disciplina europea di ”Product Oversight and Governance” (POG) nel settore assicurativo regola il processo di ideazione e realizzazione dei prodotti assicurativi e la relativa distribuzione sul mercato anche in un’ottica di garantire una crescente tutela all’utente finale. Per adempiere a questi obblighi i distributori assicurativi devono aggiornarsi continuamente, riorganizzare il lavoro e cercare di migliorare il rapporto con il cliente in modo tale da dimostrare in qualsiasi momento alle compagnie e all’Autorità di vigilanza che la distribuzione di una polizza è avvenuta in maniera corretta, evitando il rischio di incorrere in sanzioni. A fare il punto sullo stato di applicazione dei presidi POG tra gli intermediari assicurativi è stata l’Italian Insurtech Association (IIA) in un webinar andato in scena il 28 aprile.
Ad aprire i lavori è stato Andrea Polizzi, Partner studio legale D’Argenio Polizzi e Associati e Coordinatore della Commissione Permanente Regtech di IIA, che ha ricordato come oggi l’utilizzo di soluzioni tecnologiche possa aiutare gli operatori ad automatizzare alcuni processi, evitando errori, inefficienze e, soprattutto, a velocizzare i processi di elaborazione e formalizzazione dei presidi. “Semplificare le procedure normative e di regolamentazione del settore assicurativo attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie in chiave insurtech è uno degli obbiettivi cardine di IIA – ha dichiarato Polizzi – L’insurtech può aiutare sia le compagnie assicurative che i distributori a semplificare l’applicazione dei presidi POG in maniera più efficiente e complaint rispetto ai requisiti richiesti dalla norma, evitando di incorrere in spiacevoli sanzioni per inadempimenti”.
Il rapporto tra il Regolamento europeo e la disciplina Ivass
A seguire è intervenuto Rudi Floreani, avvocato e fondatore di Floreani Studio Legale Associato, che ha illustrato alcune evidenze emerse dopo un anno dall’entrata in vigore della disciplina interna emanata da Ivass (Reg. Ivass 45/2021). “Dopo il 1° ottobre 2018 quando si parla di POG occorre parlare del rapporto tra la disciplina interna e la disciplina europea – ha spiegato Floreani – La regolamentazione europea è stata la prima a disciplinare questo ambito. Dopo più o meno due anni e mezzo è intervenuta Ivass, che a livello nazionale ha inserito nuovi istituti. Portando ad un risultato: l’intervento del legislatore domestico ha appesantito la disciplina europea”.
“Ad esempio – ha proseguito Floreani – nel regolamento europeo non c’era la previsione in capo al distributore di sviluppare parallelamente al produttore, ovvero all’impresa assicurativa, il targetmarket effettivo cosa che invece è prevista nella normativa interna. Sui flussi informativi se paragoniamo la normativa Ue a quella italiana possiamo affermare che la nostra disciplina ha rafforzato alcuni oneri previsti dal regolamento europeo. In particolare Ivass è intervenuta sul tema dell’accordo tra produttore e distributore in materia di flussi informativi, fornendo una disciplina puntuale sugli scambi informativi tra distributori e sotto rete e tra collaboratori/ausiliari. Infine, occorre citare l’introduzione di Ivass di un principio per cui in ambito POG il distributore deve dotarsi di un sistema di controllo interno con il fine di monitorare i rischi di non conformità”.
Le finalità del repository
A concordare con quanto affermato da Floreani è stato Polizzi che ha introdotto il repository elaborato insieme ai colleghi IIA relativo alle evidenze emerse a quattro anni dall’entrata in vigore del regolamento delegato europeo. “Il repository vuole essere uno strumento utile ad assistere gli intermediari assicurativi – ha detto Polizzi – Il complessivo processo POG, infatti, non deve essere una mera riproduzione formale degli obblighi normativi e regolamentari, ma deve comportare un’applicazione concreta delle previsioni POG in maniera proporzionale alle singole realtà distributive e ritagliate su ciascun intermediario e sul relativo modello distributivo”.
Polizzi ha continuato il suo speech sottolineando l’importanza della definizione di linee guida da condividere tra operatori di mercato, che poi devono essere contestualizzate in base al contesto distributivo. “Relativamente i contenuti della policy POG i meccanismi di distribuzione del distributore devono permettere di ottenere informazioni aggiornate e pertinenti da parte dei produttori o dell’intermediario emittente. Inoltre, devono saper indirizzare i flussi informativi di ritorno all’impresa produttrice o all’intermediario emittente. Inoltre, occorre verificare la distribuzione del prodotto in target positivo o nella cosiddetta area grigia (fuori target positivo e negativo, nel rispetto delle regole) e supportare una gestione corretta dei conflitti di interesse. Infine segnalare tempestivamente quali circostanze, emerse nel corso dell’attività di distribuzione, rappresentano un disallineamento rispetto al mercato di riferimento e se queste risultano essere potenzialmente pregiudizievoli per il cliente -ha chiosato Polizzi – e quindi rendono necessaria la revisione del prodotto”.
I presidi distributivi
Lo stato dell’arte dell’applicazione della policy POG dei produttori secondo Guido Cappa, founder e managing partner di InLife Advisory, è ad oggi ancora abbastanza difforme a livello applicativo. “Vi sono difformità applicative abbastanza accentuate a livello di produttori e a livello delle singole disposizioni da mettere in atto. Le modalità di gestione dei flussi e dei processi POG del produttore verso le reti distributive non sono omogenee. Tutto questo è anche legato al fatto che le norme e i regolamenti, precedentemente citati dai colleghi, sono privi di schemi applicativi. Servono, dunque, degli standard supportati da protocolli applicativi condivisi dal mercato che garantiscano una concreta uniformità delle metodologie di implementazione ed efficacia di quanto disposto dalla normativa”.
Proseguendo nel suo intervento Cappa ha affrontato la questione relativa alla policy dei meccanismi distributivi e di come si passa da un formalismo documentale a presidi operativi efficaci e concreti sulla distribuzione. “La prima cosa che andrebbe fatta è eseguire una verifica e una valutazione in logica POG del proprio catalogo prodotti – ha detto Cappa – Successivamente occorre effettuare una targetizzazione della clientela rispetto ai cluster omogenei di bisogni ed esigenze e, a seguire, eseguire un matching tra profili cliente tipo e prodotti. Infine verificare che ci sia una compatibilità prodotto rispetto a profili clienti tipo e effettuare una valutazione targetmarket effettivo ‘positivo e negativo’. Dopo aver effettuato queste analisi è necessario intervenire sulla strategia distributiva e, infine, monitorare la distribuzione su targetmarket e continuare una revisione periodica della strategia distributiva e, se necessario, adottare azioni correttive”.
Le sfide della POG e la distribuzione
A fornire una visione di mercato è stato Luca Laudiero, partner e head of legal & compliance di Wide Group, che si è trovato ad affrontare le sfide legate alla POG dal lato del distributore. “Come distributore l’impatto della POG è notevole – ha affermato Laudiero – Rimane sfidante legare il quadro normativo allo scenario di mercato. Da un lato la normativa è di alto livello con obiettivi di controllo globale della distribuzione con la scelta di lasciare il mercato libero di come raggiungere quegli obiettivi. Di fatto il mercato si trova privo di standard di riferimento e vive in una eterogeneità di attori e di prodotti”.
“La modalità ideale di rispettare il targetmarket sembra essere quella di avere un processo informatico chiuso dove c’è un percorso guidato e bloccato dalla profilazione del cliente fino al prodotto più conforme ai bisogni dell’utente finale. Il mercato di fatto si muove in questa direzione. Anche questa soluzione però presenta delle criticità. Solo in fase distributiva si verifica il tavolo di prova relativamente al gradimento da parte degli utenti finali del prodotto assicurativo”.
Applicazione POG e l’esperienza di Telepass
A discutere di flussi produttivi verso il produttore è stata Daniela Tornabene, responsabile legal & compliance di area assicurativadi Telepass, che ha ribadito come l’identificazione dei flussi avviene nell’accordo scritto tra imprese di assicurazione e l’intermediario emittente. “Noi come Telepass mandiamo all’impresa il riscontro relativo al targetmarket effettivo tramite una pec. Questo lo faccio per fare in modo che ci sia un flusso di ritorno”.
In questo modo l’intermediario fornisce alla compagnia emittente del prodotto delle evidenze relative alla strategia distributiva riscontrate dell’intermediario stesso. “Tra le informazioni che Telepass fornisce al produttore vi è quella relativa ai reclami ricevuti – ha proseguito Tornabene – Questo perchè un reclamo rappresenta anche un possibile alert su un prodotto. L’adozione di un registro dei reclami come spiegato anche da Guido Cappa può rappresentare un’evidenza sui reclami stessi per poter essere una fonte di analisi del prodotto assicurativo”.
Le prospettive della POG
A concludere il webinar è stato Davide Vacher, responsabile distribuzione assicurativa di Mansutti, consigliere direttivo Acb, membro commissione Regtech IIA e di Aida e consigliere direttivo di Fmc, che ha fornito una visione d’insieme relativa alle prospettive della POG. “La visione europea originaria era quella stante la centralità dell’impianto normativo della figura del cliente rispetto al prodotto e questo ha comportato un lavoro importante sulla progettazione dei prodotti da parte delle compagnie – ha detto Vacher – Adottare tutti i presidi opportuni ha comportato un cambio di strategia non solo delle compagnie, ma anche degli operatori del mercato. Le principali opportunità derivanti dall’instaurazione di adeguati principi POG possono comportare una serie di vantaggi. Tra questi troviamo: una clusterizzazione della clientela, l’utilizzo delle cosiddette schede prodotto, la creazione di una rete di collaborazioni orizzontali, lo sviluppo di accordi personalizzati e infine – ha concluso – un maggiore utilizzo della tecnologia”.
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