Aiba, Convegno Salute

Una giornata di dibattito e riflessione concreta per immaginare insieme un nuovo sistema di prevenzione e cura delle persone. Questo è stato il leitmotiv del convegno “Salute: chi ci assicura che siamo sulla strada giusta? L’esigenza di un nuovo sistema di prevenzione e cura del cittadino” organizzato da Aiba (Associazione italiana brokers assicurativi) e svoltosi il 30 marzo a Roma presso la Galleria del Cardinale di Palazzo Colonna.

Al convegno hanno partecipato diverse personalità del settore assicurativo, sanitario, statistico, economico ed istituzionale con l’obiettivo di giungere a proposte concrete per la costruzione di un nuovo sistema di prevenzione. Tra i partecipanti Luca Franzi de Luca (presidente Aiba), Prof. Riccardo Cesari (consigliere Ivass), Maria Bianca Farina (presidente Ania), Umberto Guidoni (co-direttore generale Ania), Francesca Colombo (responsabile divisione salute di Ocse), Piero Gancia (senior partner McKinsey & Company), Fabrizio Memoli (associate partner di McKinsey & Company), Fabrizio Starace (direttore del dipartimento di salute mentale e dipendenze patologiche dell’Ausl di Modena).

Ad aprire i lavori è stato il presidente di Aiba che ha ricordato come il bisogno di salute, e le modalità con cui questo viene soddisfatto, evolva ogni giorno seguendo diversi trend che creano nuovi bisogni di protezione. “Oggi più che mai è forte il bisogno di protezione e di stabilità. Serve quindi aprire un tavolo di cooperazione per la costruzione di un nuovo sistema, consapevoli che il nostro ruolo di broker è quello di far emergere e veicolare i bisogni, stimolando nel contempo un’adeguata risposta da parte del mercato assicurativo”.

Polizze LTC e sanità integrativa

Polizze long term care (LTC), sanità integrativa e Rc sanitaria sono stati i tre aspetti affrontati dal Prof. Cesari nel suo intervento. “Il costo annuo stimato per long term care in Italia è di 33 miliardi di euro, di cui 18,2 miliardi di euro sono a carico dello Stato e 14,8 miliardi di euro sono a carico delle famiglie. Esiste una sostanziale disparità di trattamento tra le diverse tipologie di fondi sanitari integrativi. È necessario un censimento del settore e il riordino organico della vigilanza in termini d’accesso all’attività e di requisiti di solvibilità”. Secondo Cesari si potrebbero risparmiare fino a “9 miliardi di euro annui” se ci fosse una vera sinergia tra sistema pubblico e privato. “È auspicabile la creazione di una banca dati dei sinistri – ha continuaoo Cesari – Delle coperture della rc sanitaria come quella già esistente per l’rc auto, anche con finalità antifrode”.

Sconfiggere la diseducazione assicurativa

A concordare con de Luca e Cesari è stata Maria Bianca Farina, presidente Ania, che nel suo discorso di apertura ha illustrato come la pandemia da Covid-19 abbia confermato la crucialità del sistema sanitario. “Le assicurazioni sono il fulcro del sistema di finanziamento privato della sanità. Negli ultimi anni la diffusione delle coperture è cresciuta, ma è ancora molto inferiore a quella che si riscontra nei Paesi europei più avanzati. L’Italia è ancora sotto assicurata. Il rapporto tra premi danni non auto e Pil resta intorno all’1% contro valori doppi o tripli negli altri maggiori Paesi europei. Manca un quadro organico di collaborazione pubblico-privato che incentivi la prevenzione”. Secondo Farina i broker contribuiranno a diffondere la cultura del rischio e ricercare i prodotti più vicini ai bisogni dei clienti. “La spesa per la salute è destinata a crescere per effetto dell’invecchiamento demografico. Aumenteranno i bisogni di protezione, da quelli sanitari a quelli di non autosufficienza. È necessario potenziare il servizio sanitario con risorse adeguate e le assicurazioni possono giocare un ruolo fondamentale in questo, soprattutto per rafforzare la prevenzione, aumentare la digitalizzazione e rendere la casa il primo luogo di cura”.

I dati dell’Ocse

A ricordare come il Covid-19 abbia avuto un impatto significativo sui sistemi sanitari di tutta Europa è stata Francesca Colombo, responsabile del settore health di Ocse. “I sistemi sanitari non sono stati abbastanza resilienti ed è chiaro che occorre ripensare agli investimenti. La pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto significativo sui sistemi sanitari di tutta Europa, che si sono misurati con una crisi imprevista. Il Pnrr è la strada giusta per garantire sostenibilità e resilienza.” La pandemia ha avuto un forte impatto sulla salute mentale di milioni di persone. “Oggi – ha spiegato Colombo – Il costo collettivo legato alle mental health è pari al 4,2% del Pil nei paesi Ocse. Questi costi sono legati anche all’indennità di malattia o di disoccupazione e causano una minore produttività”. Per Colombo “la telemedicina è un’opportunità per ripensare ad una copertura vicina al paziente, dettata non dall’offerta, ma dalla domanda e dal reale bisogno di cura”.

Il bisogno di salute e il digitale

Successivamente è intervenuto Piero Gancia che concordando con i relatori che lo hanno preceduto ha ribadito come “l’evolversi del bisogno di salute metta il sistema sanitario di fronte a una serie di nuove sfide”. Tra queste c’è la costruzione di un ecosistema digitale che porti ad una sanità intermediata. “Invecchiamento e cronicità incidono sul bisogno di cura: assicurare questi segmenti sarà la sfida per le assicurazioni – ha dichiarato Gancia – La questione mental health attraverso il digitale potrà migliorare la customer experience e rendere più semplice l’accesso alle cure. Occorre, però continuare a migliorare i servizi e l’offerta”.

A concordare con Gancia è stato Fabrizio Memoli che ha affermato come sono sempre di più i players innovativi esterni che siglato partnership con società di digital health e guardano alle compagnie. “La digitalizzazione è stata accelerata a seguito dell’avvento del Covid-19. Occorre ribadire che la regolamentazione ha giocato un ruolo importante nel superare le barriere istituzionali per consentire questo cambio di rotta. É perciò fondamentale creare multicanalità tra questi sistemi digitali e i percorsi fisici”. 

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Redazione

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