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Oria, le osservazioni critiche di Aiba e Anapa.

Arrivano levate di scudi e osservazioni sull’Organismo per la Registrazione degli Intermediari Assicurativi, Oria, che dovrebbe prendere il posto del Rui (Registro Unico degli Intermediari), finora gestito dall’Ivass, seguendo la stessa strada già percorsa dai consulenti finanziari il cui albo è tenuto da un organismo ad hoc, l’OCF, che ha assorbito le funzioni prima svolte dalla Consob. A differenza dell’Ocf, tuttavia, l’Oria non svolgerà la vigilanza sugli intermediari assicurati che continuerà ad essere presidiata dall’Ivass. Il nuovo organismo sarà responsabile unicamente della tenuta dell’Albo (iscrizione, formazione, verifica dei requisiti) nonché della promozione dei principi di correttezza e diligenza presso gli intermediari iscritti. Proprio in funzione del modello di autodisciplina, criterio ispiratore della nuova normativa, Vincenzo Cirasola, presidente di Anapa, ha scritto al Mise suggerendo di “limitare il novero degli ‘associati’ dell’Organismo di diritto privato alle sole associazioni di rappresentanza nazionale degli intermediari”.

Oria, le osservazioni di Anapa

Per non ostacolare il pieno diritto di rappresentanza delle medesime associazioni, il sindacato degli agenti chiede anche di abrogare i requisiti di indipendenza previsti nello schema di decreto a carico dei componenti di tutti gli organi del futuro organismo – Assemblea inclusa, secondo il tenore letterale dell’articolato – o quantomeno di limitarne la cogenza ai soli componenti dell’organo di gestione e alla figura del direttore generale. Secondo Anapa, “qualora non fosse accolta la richiesta di escludere le imprese assicurative dall’Oria, in subordine, almeno dovrebbe essere elevato fino a 7 il numero dei componenti dell’Organo di controllo”. Secondo l’attuale schema di DPR sarebbe composto di tre membri effettivi più un supplente ed un componente nominato dal ministero dello Sviluppo Economico, “riservando così – prosegue Cirasola – alle associazioni degli intermediari una maggioranza, possibile direttamente o attraverso l’equivalente di patti parasociali”. Inoltre, per quanto attiene al finanziamento del nuovo organismo, Anapa propone di attribuirgli una “necessaria autonomia nella determinazione degli importi” richiesti per il suo funzionamento. Infine Anapa ha chiesto di specificare in dettaglio i casi in cui l’Ivass potrà procedere alla rimozione del presidente o dei membri degli organi di gestione e controllo.

Oria, le osservazioni di Aiba

Contro la bozza di decreto del Ministero dello Sviluppo Economico che istituisce l’Oria si è scagliata l’Aiba. L’Associazione Italiana dei Brokers contesta innanzitutto la necessità di creare un organismo ad hoc alternativo al sistema vigente e ravvisa il rischio di un aumento notevole di costi a cui non corrisponderebbe una maggior efficienza. “Di fatto – scrive Aiba in una nota – l’Oria assumerebbe su di sé la competenza inerente alla tenuta del registro degli intermediari (RUI), ma non anche quella della vigilanza sugli operatori a causa di uno specifico divieto previsto dalla direttiva IDD, competenza che quindi rimane in capo a Ivass, con il rischio di un aumento delle incertezze regolamentari e di costi, laddove di fatto due autorità insisterebbero su competenze affini o contigue. Inoltre, le risorse umane di Ivass che oggi si dedicano a questa attività non saranno trasferite in capo al nascente Organismo, con conseguente perdita di know-how e competenze”.

“La strada degli organismi di micro-vigilanza è stata già seguita in Italia per gli intermediari finanziari, ma non esiste prova concreta sulla loro reale efficienza – commenta l’Associazione – Si tratta di un modello che non ha eguali in Europa, dove di norma le autorità sui comportamenti si occupano di scrivere le regole e vigilarle per tutti gli operatori di settore, vale a dire compagnie e intermediari.”

Entrando poi nel merito dell’organizzazione dell’Oria, Aiba solleva perplessità circa le modalità di selezione e i poteri dei membri del comitato dei promotori che lo compongono nonché contrarietà all’introduzione di un criterio di ripartizione dell’onere finanziario in capo alle diverse associazioni per l’istituzione del nuovo organismo.
“Il sistema di finanziamento delineato dallo schema di provvedimento è in eccesso di delega rispetto alla norma primaria; inoltre, dal punto di vista pratico, ricadendo sulle Associazioni aderenti all’Oria, costringe queste ultime a richiedere un aumento dei contributi ai loro associati – commenta Aiba- Così facendo, la norma disincentiva gli intermediari ad iscriversi alle Associazioni. I non aderenti, infatti, beneficerebbero comunque del servizio del Rui, senza sostenere i maggiori costi (aumento della quota annuale d’iscrizione o riduzione dei i servizi) che sopportano gli intermediari facenti parte delle Associazioni in conseguenza dell’Oria.”

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Redazione

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