
Husseini: “Vi spiego perché l’Open Insurance è il futuro delle Assicurazioni”.
La crescita dell’Open Insurance, ovvero l’evoluzione della interoperabilità tra l’industria assicurativa e altri settori resa possibile dall’Application Programming Interface (API), è ormai una realtà. Basti pensare che solo nel nostro Paese, ad oggi, sono presenti quasi 101 operatori non assicurativi (+30% rispetto a dodici mesi fa) in dodici settori che distribuiscono, o sono pronti a distribuire, prodotti assicurativi digitali (dati indagine Italian Insurtech Association). In Europa sono invece oltre mille. In questo contesto è utile quindi stabilire uno standard che permetta una collaborazione democratica fra i player di questo mercato. Il think tank Open Insurance (Opin), che riunisce attorno a sé 200 aziende (insurtech, assicurazioni, software house etc), ha recentemente pubblicato un suo documento per uno standard assicurativo aperto e disponibile gratuitamente. Il documento definisce l’ambito dei dati e degli standard API aperte e fornisce una roadmap per lo sviluppo continuo. A parlarcene in questa intervista è Fouad Husseini, fondatore di Opin e membro del Chartered Insurance Institute.
Husseini quali sono gli obiettivi che si prefigge Opin?
Quasi tre anni fa, ho iniziato a notare i problemi che alcuni miei contatti in startup insurtech riscontravano nell’integrazione con le piattaforme delle compagnie assicurative. Le compagnie utilizzano molti sistemi diversi e, in alcuni casi proprietari, che richiedono un’integrazione personalizzata, costosa e lunga. Ma cosa succederebbe se le compagnie potessero implementare standard per API aperte che farebbero risparmiare tempo e sforzi per incorporare soluzioni assicurative innovative non solo alle startup, ma anche ad una miriade di altri ecosistemi (e-commerce, telco, banche)? Ciò ha dato origine all’idea della portabilità dei dati, un concetto sviluppato e implementato dall’open banking nel Regno Unito e nell’UE che ha dato ai consumatori la possibilità di condividere i propri dati con terze parti. Il nostro obiettivo principale è produrre uno standard coerente che consenta a tutti gli attori del settore assicurativo di adottare e allo stesso tempo soddisfare le esigenze dei consumatori API e dei clienti finali.
Perché l’Open Insurance è così importante?
Nei nostri white paper abbiamo discusso a lungo la necessità di uno standard Api aperto globale e di un modello di dati comune affinché il settore assicurativo sia in grado di creare reti scalabili.
Uno standard di questo genere fornirebbe agli assicuratori un accesso all’open innovation e a nuovi modelli di business. Le terze parti potrebbero utilizzare i portali delle assicurazioni per integrare soluzioni assicurative modulari nei loro flussi di processo e nei loro mercati e potrebbero fornire un’esperienza senza soluzione di continuità ai loro clienti creando un’ulteriore fonte di entrate. I benefici per i consumatori sarebbero innanzitutto due: un controllo migliore delle proprie polizze e una gestione facilitata delle protezioni assicurative. Un ecosistema assicurativo più ricco richiederà anche una regolamentazione più intelligente che sia in sintonia con i cambiamenti guidati da piattaforme intersettoriali e cross-country che sfumano i confini tra i diversi ecosistemi. I legislatori oggi stanno cercando di espandere l’evoluzione dell’open banking per abbracciare le sinergie con i mercati adiacenti, alcuni finanziari e altri no.
Qual è lo stato attuale del settore in relazione all’Open Insurance?
Il settore, in particolare gli assicuratori, sono a un bivio. C’è il desiderio di fornire l’accesso ai dati per le proprie esigenze e c’è anche la volontà di promuovere l’open innovation e collaborare con terze parti. C’è l’ansia che altri possano essere in grado di collegare meglio i dati, comprenderli e sfruttarli a proprio vantaggio e ci sono anche mega piattaforme che cercano di espandere i loro ecosistemi incorporando servizi finanziari eliminando il contatto diretto tra assicuratore e cliente. Far sì che compagnie assicurative, intermediari e altre parti interessate si connettano e interagiscano tra loro è un’impresa complessa. Il ruolo del think tank Open Insurance è quello di portare attori disparati a lavorare insieme per definire la forma di interoperabilità e compatibilità.
Le compagnie di assicurazione sono pronte per l’Open Insurance o sono ancora indietro?
Negli ultimi mesi, abbiamo assistito a un crescente interesse per uno standard aperto, indipendente dalla tecnologia e dai sistemi di identità digitale e facile da adottare per tutti gli attori del settore assicurativo. Come ho accennato in precedenza, gli assicuratori riconoscono i potenziali vantaggi dell’open insurance. Anche le aziende che fanno parte del nostro ecosistema sono desiderose di sperimentare interfacce aperte.
A quali altri progetti state lavorando?
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