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Raccogliere informazioni sullo stile di guida dei propri clienti attraverso l’analisi del loro profilo Facebook. E’ questa l’idea che sta alla base del servizio firstcarquote, applicazione realizzata dalla compagnia di assicurazione automobilistica Admiral Insurance.

Il servizio, andato online questo mercoledì, ha avuto però vita breve. Due ore sono bastate a Facebook per valutarlo e bloccarlo causa violazione della privacy. E così Admiral si è vista costretta a ritirare l’applicazione salvo poi rilanciarla con funzionalità ridotte: gli utenti ora possono accedere al servizio tramite Facebook ma i loro dati non verranno analizzati dalla Compagnia.

Perche è  stato bloccato il servizio

Facebook ha reso noto di aver bloccato firstcarquote perché violava le regole sulla privacy. In particolare il social network vieta a servizi terzi di usare i dati raccolti a scopo selettivo. Admiral e Facebook sono ora in trattativa per rilanciare il prodotto secondo le regole sulla privacy del social. In realtà, fa notare The Guardian, l’applicazione era online in fase beta da mesi e Facebook ne era conoscenza.

Come funziona(va) il servizio firstcarquote

L’applicazione ideata da Admiral era rivolta ai neopatentati inglesi. Il suo funzionamento era abbastanza semplice e vantaggioso. L’utente che voleva un’assicurazione auto si loggava attraverso il social autorizzando il trattamento dei dati personali e la visualizzazione del profilo. In cambio riceveva uno sconto sulla polizza di 350 sterline (388 euro) all’anno (malus escluso).

L’idea non è piaciuta ad alcuni attivisti di Open Rights Group, associazione anglosassone che si batte per i diritti digitali. Da qui è partita la segnalazione. “Pratiche così intrusive – hanno scritto gli attivisti sul loro blog – potrebbero portare a scelte contro alcuni gruppi sulla base di pregiudizi legati a razza, genere, religione o sessualità – o perché i loro post in qualche modo li contraddistinguono come non convenzionali”. “In definitiva questo potrebbe cambiare il modo in cui le persone usano i social media, incoraggiando l’auto-censura in previsione di future decisioni”.

Un portavoce di Admiral ha replicato così alle accuse. “La Compagnia non ha accesso ai dati dei clienti e non possiede dati provenienti dai social media  per fissare i prezzi delle polizze. Il servizio, in accordo con Facebook, è stato rilanciato con funzionalità ridotte”.

Carlo Francesco Dettori

La Redazione di InsurZine è composta da collaboratori, influencer ed analisti, esperti del settore insurtech