
La cybersecurity è la principale preoccupazione per le Compagnie che valutano il rischio della nascente industria delle auto senza conducente. A rivelarlo è un sondaggio condotto da Munich Re. Secondo la rilevazione effettuata dal gigante delle assicurazioni, il 55% dei corporate risk manager ha affermato di essere preoccupato per la cybersecurity delle cosiddette “self-driving cars”.
Nella cybersecurity sono inclusi gli attacchi informatici al sistema dei dati che governa l’autovettura e il guasto delle infrastrutture stradali intelligenti.
“La cybersecurity è una nuova esposizione al rischio quando si parla di auto” ha affermato Mike Scrudato, responsabile delle operazioni di mobilità per Munich Re. “Uno dei fattori che potrebbe aumentare i premi è l’esposizione alla cybersecurity perché ancora non è stato comprato alcun prodotto informatico relativo alle auto”.
Altra questione che preoccupa il 27% dei corporate risk manager è a chi assegnare la responsabilità in caso di incidenti che vedano coinvolti veicoli autonomi e veicoli non autonomi.
Preoccupazione che è cresciuta soprattutto dopo che in Florida, il 7 maggio scorso, un uomo è morto in un incidente stradale mentre era alla guida di una berlina Tesla “Model S”. Come riportato dalle autorità, il guidatore, Joshua D. Brown, al momento dell’impatto aveva inserito il sistema di guida automatico su un’autostrada nei pressi di Williston quando la vettura si è schiantata contro un tir che proveniva dalla direzione opposta e stava svoltando a sinistra.
Tesla ha poi spiegato sul suo sito che né il conducente né il sistema di guida autonoma avevano visto il lato bianco del tir.
“La particolare altezza del rimorchio combinata con la sua posizione attraverso la strada e le circostanze estremamente rare dell’impatto, hanno fatto sì che il modello S passasse sotto il rimorchio”.
Tesla ha poi tenuto a precisare come l’incidente in oggetto sia “il primo caso fatale su 130 milioni di miglia percorsi con l’Autopilot attivato”.