
Il futuro delle assicurazioni è nel cognitive computing.
Secondo un report PwC intitolato “Insurance 2020: The Digital-Prize- Taking Customer Connection to a New Level”, il 71% dei clienti delle Compagnie assicurative ha rivelato di aver fatto una ricerca su internet prima di comprare una polizza; il 26 di questo campione ha poi acquistato la suddetta polizza direttamente online.
Bastano questi dati per comprendere la portata innovatrice della tecnologia soprattutto in un settore, quello assicurativo, che sta subendo importanti trasformazioni dal punto di vista tecnologico.
Trasformazioni che continuano ad evolvere giorno dopo giorno. E così sistemi di Crm, social media, app e big data, rappresentano solo un primo step verso una completa evoluzione del settore.
La conferma arriva da Anwar Haneef, dell’IBM Watson Group, nuova divisione IBM dedicata allo sviluppo e alla commercializzazione di servizi e applicazioni per le aziende basati sui sistemi di intelligenza artificiale. “Dimenticate il digital – annuncia Haneef – il futuro delle assicurazioni è il cognitive business”.
Ma che cos’è esattamente il cognitive business?
Il cognitive business non fa altro che sfruttare la cognitive computing, tecnologia che nel prossimo futuro ci permetterà di “parlare” con le macchine. Macchine che saranno in grado di auto apprendere in base all’esperienza.
Come sfruttare questa tecnologia in ambito assicurativo?
Secondo il Global Digital Insurance Benchmarking Report 2015, redatto da Bain & Company, il 79% degli assicurati prevede di utilizzare un canale digitale per interagire con la propria compagnia assicurativa. Ma attenzione: il sito web non basta più a chi ricerca una polizza. I clienti, soprattutto quelli più digitalizzati, si aspettano di ricevere risposte semplici, concise e immediate. Le care e vecchie FAQ sono ormai superate. E qui entra in gioco la tecnologia cognitive computing che permetterà all’assicuratore di gestire più pratiche contemporaneamente ottimizzando i tempi di risposta e aumentando, conseguentemente, i ricavi.
L’esempio che porta IBM è emblematico. Immaginate un assistente virtuale integrato ad un app mobile già esistente. Al cliente basterà premere un tasto per comporre una semplice domanda come la seguente: “Quando si rinnova la mia assicurazione per la casa?”. La risposta, elaborata dalla tecnologia cognitive computing, sarà immediata. Il tutto senza l’intervento diretto dell’assicuratore.
Ma non finisce qui. I programmatori informatici stanno già lavorando a nuove implementazioni. L’assistente virtuale del futuro sarà in grado di “leggere” le emozioni del cliente e rispondere in modo appropriato. La tecnologia sarà sempre più personalizzata e rivolta al cliente.
Per approfondimenti: Beyond Digital: 5 Reasons Insurers Should Embrace Cognitive Computing